I Boris sono un mostro senza testa, o forse ne hanno infinite: giapponesi, chitarra-basso-batteria, attivi fin dal 1992, una quantità di uscite in innumerevoli edizioni ed etichette, numerose deviazioni e contaminazioni stilistiche, una serie di collaborazioni fra cui spicca il progetto Sunn O))) & Boris, padre di un ottimo disco, Altar.

Questo "Pink" altro non è che una delle innumerevoli teste di questo mostro: una bestia urlante, padrona di uno sludge perverso eppure festaiolo, rockeggiante ed adrenalinico. Le distorsioni si fanno enormi, gracchianti, qualcosa che delle semplici casse o un paio di cuffie possono trasmettere solo in parte: il suono diventa quasi una vibrazione pura, un muro di suono vero e proprio che scuote dentro - echi di shoegazer e di drone, generi in cui la band versa non poco della sua essenza più intima - come esprime davvero bene la prima traccia, 7 minuti e 33 di echi distorti e profondissimi, suoni purificatori, in un certo spaziali, senza dubbio psichedelici, come sottolinea la voce trasognata, anch'essa ricca di eco e profondità.

A partire dalla seconda traccia, però, le cose cambiano: loro sono sempre loro, eppure sembrano avere cambiato idea. Finora hanno cullato la vostra ingordigia psichedelica, ora baderanno a farsi tremare le ossa. La furiosa estasi rock'n'roll/sludge che la band partorisce esaudisce questa promessa. Continua anche quando i ritmi rallentano in Electric, trionfo di droni e feedback urlanti su un tappeto sludge martellante…

Eppure sembra solo un'impressione, un miraggio fantomatico, perchè presto la band riprende il suo eccentrico mantra rock'n'roll, per poi concluderlo in dieci e passa minuti che sembrano voler fondere tanto la proiezione distorta e psichedelica degli inizi, dei riecheggi di feedback e drone, quanto la furia insana e rock che hanno successivamente operato, sposando riff martellanti, ripetitivi, ad un tappeto ritmico frenetico eppure allo stesso tempo anch'esso psichedelico.

Questo disco, da alcuni criticato come troppo frivolo e casinaro senza portare da nessuna parte, io invece mi sento di consigliarvelo, senza troppe pretese: è un disco sincero, è un disco che diverte, che magari non scava proprio in profondità… e tuttavia provateci lo stesso, e vedrete che sarà capace lo stesso di prendersi un po' della vostra anima infame e dissoluta.

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