Un disco oscuro. Un disco (meravigliosamente) avanguardistico. Un disco che unisce alla tradizione black metal elementi sinfonici, progressive e di musica tradizionale - tant'è che qualcuno ha parlato di "folk/black metal". Le etichette lasciano il tempo che trovano, è noto: possiamo paragonare questo CD al capolavoro degli Arcturus, "La Masquerade Infernale". Anche lì, come in "Empiricism", possiamo parlare di una base black metal, che pur consolidando la violenza tipica del genere vi aggiunge parti ambient, cori in chiaroscuro, riffing di tutto rispetto. Senza perdere fantasia, senza perdere incisività.
Verrebbe da dire "è stato già fatto altre volte", e semplicisticamente verrebbe da pensare ai Dimmu Borgir (e ti pareva), ma il paragone è riduttivo: qui c'è di meglio. Questo disco non ha il problema di molti disci del gruppo appena citato, ovvero un "sinfonismo" (a volte) talmente estremizzato da risultare fine a se stesso (dunque, perdita d'impatto: ma è un'impressione personale). Le parti sono sempre perfettamente equilibrate, in un mix di chiaroscuri degno di un'autentica opera d'arte. C'è l'estro artistico di Lars A. Nedland, che si cimenta meravigliosamente con sintetizzatori, organi e piano. C'è la tecnica sublime di Tyr, ex musicista degli Emperor dal vivo. C'è (non ultimo, e non solo) il cantato particolarissimo di Vintersorg, che ricorda abbastanza da vicino quello (ad esempio) dei grandissimi Ulver. Lo stile complessivo della band, guarda caso, è stato "dettato" da ex-componenti proprio degli Arcturus, degli Immortal, degli Ulver, e di molti altri.
È un piacere ascoltare un disco del genere, così curato nei dettagli, semplicemente perfetto, pieno di parti rabbiose e sognanti al tempo stesso. Possiamo sentire ogni strumento alla perfezione, ogni musicista ha il suo spazio, senza strafare o sovrapporsi agli altri. Sorprendenti i cori "clean", che ricordano dischi leggendari quali "Anthems to welkin at dusk" degli Emperor: qui si è riusciuti a cogliere quell'idea, ad estenderla e ad inventarsi qualcosa di nuovo su di essa. Il tutto conciliando il lato oscuro con quello contemplativo, il growling col clean, senza eccedere in violenza, senza abusare di virtuosismi, senza mai stancare le nostre (povere) orecchie. . .
Carico i commenti... con calma