È così sbagliato pisciare fuori dal vaso? Soprattutto per chi 'vasi in casa' non me ha mai avuti. Se Cheapness And Beauty necessitasse una categoria d'appartenenza, senza dubbio essa includerebbe anche molti lavori di altre big stars degli ottanta che in quel periodo decisero di alleggerire il proprio sound dalle tastiere per arricchirlo di quelle chitarre tanto glam nei novanta.

Il glam, tra l'altro, è proprio un elemento che in questo album spicca nella sua accezione più rock.

Nel 1995, infatti, George decide di pubblicare la sua prima autobiografia Take It Like A Man; e questo Cheapness And Beauty risente negli arrangiamenti l'intenzione di tributare il buon vecchio rock n' roll che l'artista ascoltava da ragazzino.

Si parte infatti dalla cover di Funtime di Iggy Pop (sound e video musicale hanno un mood alla Manson che ancora non è sbocciato).

Tracklist sferragliante e decisa, soprattutto negli episodi riusciti di God Don't Hold A Grudge e Genocide Peroxide che sottolineano il bel connubio tra la voce di George e le chitarre onnipresenti (immagino i fan di vecchia data e i loro wtf!?) ad eccezione di If I Could Fly e I'll Adore che sembrano più legate al concetto classico di ballad (seppur belle, questo disco lo consiglio a chi cerca un Boy George alternativo, quindi preferisco i brani più incisivi).

Consiglio di dare chance al disco sia agli estimatori dei Culture Club, che ai duri e puri della sei corde. In fondo è di libertà che tratta il rock n' roll; una libertà artistica che Boy George rappresenta come pochi altri, nel bene e nel male.

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