Stupri, coltelli, cazzi, feedback, chitarre scordate, Muori troia Muori, Dennis Nilsen, un songwriting e una tecnica così elementare che al confronto i Ramones fanno progressive, una tromba qui e là, sperma e sangue e marchettari sgozzati e via così.

Viviamo in tempi veloci e perciò la recensione può finire qui. Il resto sono solo le inutili seghe mentali di uno sfigato (io).

La rappresentazione in musica della violenza, anche della più estrema e disgustosa, non è una novità. Oggi come oggi, nessuno che abbia anche solo una piccola infarinatura di musica estrema si stupisce veramente. Dopo un po' diventa tutta uguale. Se a 13 anni tremavo e cambiavo canale quando passavano un video di Marylin Manson in TV, a 16 anni stavo fino all'una di notte su BlackMetalRadio e adesso che ne ho 25 è tutto di una noia mortale.

Uh, hai scritto una canzone su un pazzo stupratore. Ah, hai messo un bambino squartato sulla copertina del tuo album. Quantà originalità.

Ma da un po' di tempo penso molto ai Brainbombs. Leggo spesso le storie dei serial killer e mi ritenevo ormai insensibile a certa roba. I Brainbombs raccontano la violenza e la perversione (quella vera) nella maniera apparentemente fredda tipica dei gruppi Industrial. Con la differenza che loro fanno una specie di noise/garage rock decisamente monotono. Pochi riff, ripetuti all'infinito con pochissime variazioni. Metto su il cd, parte “Burning Hell” ed è 1 (uno) riff ripetuto per 3 minuti e mezzo. Che palle, viene da dire. No. Non mi stufa mai, neanche un secondo. “Danny Was a Streetwhore” e mi dico: questi son dei cazzoni a cui piace divertirsi. E mi diverto pure io. Ma poi arriva “Pleasures And Dreams”, la chitarra parte a volume basso, le parole si sentono benissimo... e la cosa diventa meno divertente.

Tears of fright and pain
Streak down the little boy's face
A big, stiff cock in his ass
The little boy screams "Mammy God!"
When he pumps the little baby's ass

And it was genius and brutality
Taste and power
Genius and brutality
Taste and power

Qui qualche cosa si smuove. Qui non mi diverto più. Mi incazzo. Ma vi sembrano cose su cui scherzare? Genius and Brutality? Ma vaffanculo feccia di merda. Eppure.

Eppure, in fin dei conti, non ci sono grosse differenze rispetto a centinaia di altri testi (vedi Brutal Death Metal et similia). Però qui fa male davvero. Sarà il fatto che si capisce tutto? Sarà che la voce è talvolta comprensibile e non viene sovrastata dal resto? Fatto sta che sono sinceramente disturbato da queste canzoni, e non capisco il perchè.

Anzi, lo so. È perchè questi qui sembrano crederci davvero. Leggi i testi e c'è una certa gioia nella descrizione delle varie atrocità che non può essere simulata. Sembra che queste persone siano realmente elettrizzate, eccitate sessualmente da cose come lo stupro e l'omicidio di un bambino. Dai un occhiata su Internet e non trovi foto, non trovi praticamente nulla. Nessuna foto di tizi con la faccia da cattivoni. Qualche intervista in cui si capisce poco, se non che sono degli ubriaconi. Un anonimato quasi assoluto per una band che sta in giro da quasi 30 anni.

Le altre canzoni? “After Acid” è l'unico brano che davvero spezza l'andamento del disco, una psichedelia sghemba e buia. Poi riparte il massacro

She was sixteen and innocent
I cracked her head
Ripped into her tits with a screwdriver
and tore out her lungs
I have this urge to kill
I have this urge to kill any woman
I remember I screamed
Dirty prostitutes!
Blood, blood all over her place
Bleed, bleed for me
Dirty prostitute

… e la zuppa è più o meno sempre la stessa. Alla fine dei conti non ho risolto niente. Musicalmente parlando, mi piacciono un casino. Ma se quando si tratta di Death In June e Burzum mi limito a godermi i dischi mentre penso “Peccato che siano delle teste di cazzo”, con i Brainbombs non so che fare. Mi fanno incazzare. Riescono a farmi sentire in colpa, ed anche un po' malato. Forse sta lì la loro genialità, non lo so. Se li incontrassi per strada prima gli esprimerei il mio apprezzamento, e poi forse li prenderei a mazzate senza pietà. Proprio come i protagonisti delle loro canzoni.

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