Se fossi un americano nerd-oriented, uno di quelli che si recensiscono pure le mutande ("IMHO, I think my underwear are underrated") e che mi piace leggere per l'indubbia maestria nel condensare impressioni ("Amazing", "Cute", "Sorry you're dismissed") mediante stringhe di caratteri dal fascino criptico (IMPO, ROTFLMAO, AFAIK) e la fonetica paurosamente affine ai versi del mio cane quando intraprendeva il rituale del rigetto-liberatorio ("Thumbs up for the vomit, dude!"), ecco, se fossi uno di "quelli", di sicuro non poteri dire che i Brainiac sono un gruppo "underrated".
Il problema (per modo di dire, "obviously") di questi wave-noisers dagli Anni Novanta è il fatto di non esserlo proprio, "rated".
Provate col perfido Google, vi imbatterete nell'ordine in : A) Un super-criminale con l'hobby della telecinesi. B) Uno show televisivo in cui vi spiegherrano i 101 utilizzi del vostro piscio ("That gives me the creep"). C) Un trash-movie messicano con barone-ritornante dalla linguazza-bifida succhia-cervelli ("Truth to be told: Chano Urueta is not a completely incompetent director").
Difficile da capire per il sottoscritto (e forse per quell'americano completista che non piglia sonno se non vota "Apocalypto" su IMDB) che il cocktail-degenerato di sghangherati inni-zappiani ("Sexual Frustration"), ballate infestate da malinconici moog ("Fucking With The Altimiter"), noise-stompeggianti ("To The Baby Counter") e cavalcate-robotiche ("Hot Metal Dobermanns") non sia stato il più tracannato del 1994 ("Thumbs down for alcoholism, man").
Troppi ingredienti, forse? (Mangiato in fretta/ Mangiato troppo, eh?).
Ma è proprio in quest'overdose di stili, note e sibili, nell'impressione di trovarsi di fronte a gente che potrebbe scrivere hit con la mano sinistra ma se ne sbatte alla grande che si potrebbe (sempre si sia adusi a questi lidi) carpire la grandezza del team di schizzati dell'Ohio (e di Bonsai Superstar: "IMHO, their masterpiece").
Prendete "Hands Of The Genius" e il suo basso maligno, una canzone che ripulita dalle quattro mani di cacofonie con cui è stata lordata potrebbe gareggiare con un qualsiasi singolo alternative-rock dell'epoca. Oppure "Flypaper", il suo incipit di batteria "spazzolato" e il refrain che sarebbe financo orecchiabile se non fosse deriso da un Paperino-seviziato. Ascoltate "Radio Apeshot": linee di chitarra in un flipper in tilt-perenne, una sezione ritmica "crampsianamente" primitiva, ritornello melodicissimo solo dal terzo/ quarto ascolto in poi.
I Brainiac sono dei Pavement con tatuato "Amo-mamma" sull'avambraccio. I Jesus Lizard sull'Aereo Più Pazzo Del Mondo. Sono i Truman's Water che hanno imparato a suonare, gli Stranglers che hanno dimenticato come si fa. I Cop Shoot Cop con due Coomodore 64 al posto dei due bassi. Dei Pere Ubu bocciati all'esame di Filosofia Del Linguaggio. I DEVO col mal di fegato e l'alitosi.
Una manciata fra Lp, singoli, pezzi su compilation (l'epica "Go, freaks, go!" contenuta nella Jabberjaw Vol.II oltre che in quell'Internationale Ep prodotto dalla benemerita Kim Deal) e proprio sul più bello un'incidente assurdo (e ingiusto e doloroso) che nel Maggio del 2007 si portò via Timmy Taylor, le sue voci filtrate da vocoder-deliranti e i suoi sintetizzatori-dopati.
Niente più cani-di-metallo, bonsai-umani, uomini-da-70 chili e cadillac su cui far salire Juicy.
Solo reminescenze di qualche adolescenza-abulica salvata da una manciata di note dissonanti e cantilene-irrazionali che starebbero bene in heavy-rotation sulle radio di Tron.
E l'immagine di un americano nerd-oriented, maniacale e ferrato, che non si sa decidere se piazzare o meno quel fottuto pollice in su.
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