C'è un mio carissimo amico che ascolta solo drum'n'bass, techno, elettronica, breakbeat e più in generale tutta quella roba ultratecnologica ed oltranzista piena di "blips" e "blinz" e "stump-ta scèkete" che puoi produrre solo con elaborati calcoli matematici, bits e computer.
È il mio amico "sfigato" dell'università, quello che la mattina sembra si sia cosparso di colla e poi buttato nell'armadio per vestirsi, che è sempre strafatto di qualche droguccia sintetica e non, che conosce tutti i film porno ed è in grado di classificarli per regista, attrice protagonista e anno di produzione, che non parla mai con le ragazze ed esce dall'aula dieci minuti prima della fine della lezione. Intelligentissimo, preparatissimo, sa tutto e ha letto tutto. Nella pausa pranzo tra una lezione e l'altra, lo trovi immancabilmente dietro al suo portatile, piegato, cuffie giganti Sennheiser e faccia illuminata dal monitor azzurro. Compone. Musica elettronica ovviamente. Un paio di anni fa ci mettiamo d'accordo per un festino a casa sua ("No ragazzi... dai... i miei non so se ritornano, poi dovrei lavarmi i capelli, c'ho il ginocchio che mi fa contatto col gomito... poi stasera sono proprio stanco... davvero, facciamo un'altra volta...") così io e i miei amici ci presentiamo in una ventina e portiamo con noi ragazze e amiche nella speranza di scioglierlo un po'. In cucina, mentre apriamo il vino qualcuno fà: "Oh, Aphex! Se metti su l'elettronica ti strangoliamo! Non ce l'hai un disco di... non so, qualsiasi cosa fuorché la techno che sennò ci freddi le donne?" Detto, fatto. Il mio amico prende un vinile – e già lo guardiamo tutti con soddisfazione- e lo mette su. "Unorthodox Behaviour" dei Brand X. La situazione diventa improvvisamente frizzante. Si beve, si fuma, si chiacchiera e si ascolta della buona musica. I Brand X per lungo tempo furono il progetto parallelo di Phil Collins dei Genesis (tranquilli! Lo so anch'io che Phil Collins è l'Anticristo! Ma quest'album risale a quando ancora non cantava stronzate tipo "Hold On My Heart" e si limitava a suonare divinamente la batteria!) e "Unorthodox Behaviour" segna nel 1975 il loro debutto nel mondo del nascente genere "fusion". Che tipo di "fusion" vi chiederete? Beh... come la Mahavishnu Orchestra che jamma con i Soft Machine dopo una pippata collettiva di coca e bagni nel latte più. Un poderosissimo, potentissimo suono condotto con regale maestria dalla tecnica ineccepibile di Phil e armonicamente guidato dal basso "ciccione" e ampolloso di Percy Jones cui s'appoggiano le chitarre futuribili di John Goodsall che piovono addosso quando meno te le aspetti. Intrecci melodici impossibili, distanti anni luce dalla verbosità del prog. Tempi ultra sincopati e all'improvviso aperture in battere, esplosive. Sette brani completamente strumentali che non lasciano tirare il fiato nemmeno un secondo e che suonano come un post-tutto ancora prima della nascita di un... tutto!
Volete sapere come è andata finire?... Il mio amico si è laureato col massimo dei voti con una tesi pazzesca tra Bartok, Stravinsky e la tecnologia del laptop. È tutt'ora fidanzato con una delle ragazze conosciute alla festa. Veste meglio e ha chiuso col porno. Tutti i presenti in quella mitica serata oggi hanno a casa una copia dei Brand X.
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