Ormai è un personaggio Brandon Flowers. Praticante mormone, e allo stesso tempo eccentrico songwriter dei Killers, band Californiana che sin dagli esordi ha dimostrato grande amore per la terra d'origine, la California, terra fatta di sogni e di vizi, gli stessi vizi in contrasto conflittuale con il suo credo religioso.

Questi sono i due volti, diversi ma complementari, della medaglia "Flamingo". Non nego che per poter apprezzare questo disco, ho dovuto concedere ad esso un bel pò di ascolti, in quanto Flowers ha voluto fare qualcosa di diverso come è giusto che un side-project sia, e ciò probabilmente ha portato i fan dei Killers verso un approccio errato nei confronti di tale disco. Non sarà un album memorabile, ma certamente più che gradevole. Come detto, l'amore per una delle città che non dorme mai, sicchè non può che esserci una dedica verso Las Vegas "dacci i tuoi sogni", ripete in "Welcome To Fabulous Las Vegas". Pezzi gradevoli e digeribili come nel caso del Synth Pop mai pacchiano di "Only The Young" e "Hard Enough" si alternano a episodi meno felici ma comunque apprezzabili nell'intenzione. Non mancano nemmeno contaminazioni New Wave come in "Playing With Fire" o i tuffi nel passato come in "Was It Something Said" e "The Clock Was Tickin'", dove la voce sempre squillante del 30enne song writer americano si alterna ad un rock vecchio stampo probabilmente interamente messo giù dallo stesso Flowers, data la sua vena polistrumentalistica. Il singolo di lancio, non può che essere un pezzo da classifica, diretta, melodica e orecchiabile "Crossfire", entra in testa piuttosto facilmente e Flowers, costantemente alle prese con quelli che mi piace definire "abbozzi di falsetto" regala un ritornello efficace, estraendo dal cilindro uno pezzo dei suoi, senza però dimenticare di rilasciare anche uno dei suoi (tanti) messaggi da buon pastore di chiesa qual è: "tell the devil that he can go back from where he came". L'album continua e termina testa alta con i buoni motivetti di pezzi quali "Swallow It" o "Jacksonville", quest'ultima rimandante fortemente agli ultimi suoi lavori coi Killers. Per spirito critico la mancanza di Robbie Vannucci e Mark Stoermer ( batteria e basso dei Killers ) si sente, ma non si può che parlare di un disco certamente interessante per i suoi sostenitori, e che contiene nelle sue 14 tracce (della deluxe edition) il lato più spensierato, più diretto e più personale del cantautore americano.

Probabilmente spinto alla stesura di un lavoro solista anche dagli sponsor e dalle major, Flowers non avrà alimentato ancora di più la sua immagine di icona sexy per donne  (e gay), ma ci ha regalato una bella pagina di musica senza particolari eccessi, magari gli stessi della sfrenata e 'fabulous' Las Vegas.

Voto: 7 

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