Brandon Sanderson ormai ai vertici del genere fantasy, tutto dovuto a quella fatale data 16 settembre 2007 in cui morì il grande Robert Jordan autore di una delle piu grandi opere fantasy ovvero La ruota del tempo, incompiuta il grave onere di finire l'epopea tocco ad un già noto Brandon Sanderson, che scrisse con grande successo i tre capitoli conclusivi.

Prima di cominciare vorrei fare i miei complimenti alla Fanucci che a differenza di molte case editrici è riuscita a non troncare in due o più parti l'edizione italiana, rilasciando una versione identica sia nell'artwork della copertina che delle illustrazioni interne identiche all'originale regalandoci una edizione costosa ma preziosa.

La via dei re (The Way of Kings)
è il primo dei dieci libri che compone la saga Cronache della Folgoluce (The Stormlight Archive) è un romanzo Epic Fantasy nello stile di uno dei grandi capolavori del genere ovvero La caduta dei Malazan di Steven Erikson, infatti anche qui troviamo un mondo completamente inventato, con usi e costumi differenti gli uni dagli altri, tutto ben spiegato nei minimi dettagli rispetto alla saga dei Malazan che risulta a mio avviso passatemi il termine "Tarantiniano" dove la trama viene raccontata quasi caoticamente dove le informazioni di personaggi ed eventi possono essere destritte dopo due libri, qui invece è molto lineare ma non per questo non avvincente, anzi verso i capitoli finali si capiranno molte cose e vi lascieranno con un sorriso e un senso di ammirazione per il genio di Sanderson.

La storia si svolge nel mondo di Roshar un grande continente, dove a dominare sono delle tremende tempeste che si abbattono nell'intera pangea condizionando cosi le razze gli animali i vegetali e le teconologie che dominano la terra. La trama si dipana per piu di mille pagine. Racconta di strani eventi che vertono intorno ai quattro personaggi che sono anche i quattro punti di vista del lettore, che condurranno quest'ultimo verso una conclusione di un grande antico pericolo ma dimenticato. Non voglio approfondire la trama per via sia della consistenza di essa, ci sarebbero pagine da dedicare alle religioni interne al libro agli usi e costumi dei popoli, che raccontati toglierebbero al lettore il gusto della scoperta e dell'immersione che il romanzo riesce a sprigionare. Per quanto riguarda la prosa devo dire che rimane molto facile per via della sua semplicità, che non va intesa come banalità, l'unico neo forse sta proprio che essendo un opera che deve ancora concludersi e ci sono nove libri da venire e come diceva mia nonna "campa cavallo che l'erba cresce".

Mi sento di consigliarlo a tutti un capolavoro del genere che rapisce e ti isola in un universo parallello. E' un libro che quando è chiuso ti fa dire "perchè sto qui?".

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