A distanza di 4 anni dal deludente "Afrodisiac", ritorna Brandy Rayana Norwood, meglio conosciuta come Brandy, con il suo quinto album in studio uscito pochi giorni fa, "Human".

Nota artista da anni protagonista dell'R&B, dopo aver goduto di abbondante fama negli anni 90, la sua popolarità è visibilmente calata con l'insorgere del nuovo millennio e con l'avvento di nuove indegne artiste, menchemeno da noi dove il prodotto Brandy, salvo alcuni casi (come la teenfriendly "The Boys Is Mine" in collaborazione con Monica, e la hit "Full Moon") non è mai scoppiato del tutto.

"Human" è prodotto in gran parte dall'immancabile alleato Rodney Jerkins "Darkchild", che ritorna cosi a collaborare con Brandy, dopo che le sorti del precedente album erano state affidate all'onnipresente Timbaland. Questa volta ci propongono un album dai toni classici che ci riportano al glorioso periodo 90's, "Human" è stracolmo di connotazioni stilistiche quali strings sintetizzate,piano, coretti, sonorità riposanti e valide ballads di cui proprio la Norwood, come cantante, e Jerkins come beatmaker si erano distinti come i maggiori esponenti. Ciò consiste in una sorta di sorpresa per i fan di B-Rocka, che avevano lasciato con uptempo dancereccie e con i classici beat spinti di Timbo.

Adesso è la sensualissima e calda voce di Brandy, i beat raffinati del longevo partner musicale Darkchild a ritornare da protagonisti, e Brandy ne guardagna notevolmente in espressione canora e qualità: devo essere sincero non mi aspettavo un album di questo spessore da quella che da una decina d'anni a questa parte è di fatto la mia cantante R&B preferita, è palese come sembri di ritornare alle sonorità che la resero famosa. Lo si nota sin dalla prima traccia "The Definition", midtempo validissima, le linee vocali si rivelano molto ispirate, il beat vagamente Timbalandiano con annessi tom e percussioni funziona alla grande, Darkchild (qualora vi fossero stati dubbi) si conferma sempre il n.1 sul genere, un pezzo che sebbene chiaramente concepito per l'ascolto potrebbe fare la sua sporca figura anche in pista. Più intima "Warm With Up (With Love)", pacata e da compagnia sopperisce ad un beat un po banale grazie agli ottimi accompagnamenti di piano e alle buone trovate elettroniche che evidenziano come la qualità non manchi in questo avvio. "Right Here" (Departed) è il primo attesissimo singolo che anticipa il comeback, uscita ormai da qualche mese e assimilata a dovere, trova nel ritornello molto catchy ma mai pacchiano il suo punto forte, l'arrangiamento è ben fatto e piacevole, notevole anche il video che l'accompagna, toccante e sentito. Con "Piano Man" si intraprende una sterzata più attuale, il beat moderno fatto di arpeggi saw, drum tirate e leads sintetizzati rimanda alle più recenti produzioni di Young Yeezy e Timbaland, beatmakers che al momento vanno fortissimo nell'affollato panorama Urban. 

Dopo un bellissimo interludio con Brandy al telefono accompagnata da pad epici, ecco arrivare le dolci note di "Long Distance", ballad da poco scelta come secondo singolo, a tratti stile Alicia Keys degli esordi, qui Brandy ci delizia con un interpretazione a dir poco stupenda, che insieme alla sdolcinata base di Rodney, fatta di piano, archi sinuosi ed elementi orchestrali ne faranno uno dei brani più entusiasmanti di "Human", l'arrangiamento è difatti il più complesso e ispirato del disco. Radiofonica e di facile presa "Camouflage". Segue "Torn Down" : si tratta di una produzione a cura dei Midi Mafia, una spensierata schitarrata in perfetto stile "StargateProd", ed un tappeto sonoro semplice ma comunque efficace vanno a modellare un brano nel suo insieme discreto.

"Human", come vuole ogni titletrack che si rispetti si innalza sin da subito a brano di sicuro impatto radio, una composizione di altissimo fatturato che oltre ad essere uno dei picchi più alti dell'album entra di diritto tra le canzoni migliori mai prodotte dalla coppia Brandy/Darkchild. Profonda e commovente in un continuo crescendo musicale sfocierà poi in un magnifico chorus dove la nostra si esalta particolarmente, raggiungendo persino alte tonalità che non disdegno mai e che comunque non sono nelle sue corde, una vera perla.

Influenze orientali e mistiche nella coinvolgente "Shattered Dreams", ultimo pezzo dell'album firmato da Darkchild. "True", prodotta da RedOne (già parecchio convincente nelle recenti produzioni per l'album di Lady GaGa) si pone delicata e malinconica con accordi eterei che legano egregiamente con il cantato celestiale di una Brandy ancora in ottimo spolvero, è senza dubbio la traccia migliore dell'album. Come tutti i fan di Brandy sono rimasto stupito dall'andazzo di tale capolavoro, che sembra ricalcare in tutto e per tutto i fasti del secondo album "Never Say Never", nel dettaglio sono molte le similitudini con il classico "Tomorrow", ed essendo quest'ultimo il pezzo di Brandy che preferisco in assoluto della sua quindicinale carriera non ho potuto non adorare sin dal primo momento anche questa "True". 

"Acapella" (Something Is Missin) come da titolo è un pezzo cantato acapella molto particolare, infatti è la voce stessa a sostituire gli strumenti reali e il risultato è parecchio intrigante. Chiudono "1 St & Love", banale e assolutamente fuoriluogo (ma dopo cotanta grazia un punto basso è assolutamente ammissibile... o meglio "Human"), e l'adorabile "Fall", scritta a quattro mani con Natasha Bedingfiel, un degno pezzo di chiusura dal vago sapore pop.

Un album veramente ottimo, un ritorno degno di questo nome, è stato fatto indubbiamente un ottimo lavoro di selezione, le produzioni sono per la maggior parte targate Darkchild, quindi sempre una garanzia, Rodney ha più volte dimostrato di lavorare bene e in sintonia più con Brandy che con le altre numerose cantanti che ha prodotto.

Al momento il disco non sta andando benissimo in quanto a vendite, ma posso garantire che "Human" è un operato assolutamente meritevole, basta ascoltare la preview allegata per constatare l'incredibile voce di questa ragazza, ed è un peccato che i dischi che emergano nelle chart e nel discutibile panorama commerciale sono spesso e volentieri di basso valore.

Consigliato a chi voglioso di ascoltare un ora di pregevole R&B e perchè no, rifare un tuffo nel passato verso i magici anni 90, non è poca cosa visto il clima di degrado in cui versa l'R&B attuale.

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