Chi è che mi presta un martello che mi voglio dare una chiodata in testa? Mi spiego, io questo 7 pollici che andava a 33 giri ce l'avevo, solo che un giorno (l'ho già detto da altre parti) mi giravano che avevo troppa roba dentro casa e ho eliminato l'80% di cose che avevo, vestiti, libri, oggetti, cianfrusaglie varie, dischi... E tra i dischi pure questo c'è capitato porca zozza! Ed è per questo che chiedo un martello (i chiodi ce li ho), perché non merito altro che di darmi una chiodata in testa!
È facile dire di non piangere sul latte versato quando ad una rivisitazione d'ascolto colgo cose che prima nemmeno per il cazzo avevo percepito: armonia, logica, perfezione, linearità, estraniazione, proiezione, sparizione, realtà. Ecco l'esaltazione ipnotica che adesso mi inonda all'ascolto. Due di chiodi mi merito!
Voi mi direte giustamente, dopo che avrete sentito il disco, "vatti a fare vedere da qualcuno", ma mai come ora imbraccio testardaggine e sbatto i piedi per terra nel supportare e pubblicizzare fino alla morte l'immensità di questo universo sonoro che il magnanimo Brent ci porge.
Orsù basta con tutti quei ritornelli sfasciacazzo di tutti quei generi musicali che si specchiano nel proporsi. Qui il trionfo sta vicino alle rovine, rovine di rottamazioni che ci danno una bella mano a risolvere scambi vanitosi di bellezze indotte che con noi non c'entrano nulla. E smettiamola almeno nella durata di questo disco di essere "tutti d'un pezzo".
Non facciamoci mancare l'opportunità di frequentare l'inaspettato che esce sotto forma di musica che paventa una revisione dell'idea di armonie celesti. E che vi credete che in Paradiso si mettono a suonare melodie? I violini? A cantare come i castrati? C'è gente seria lassù, attenzione. C'è gente allenata all'eternità che si trastulla col rumore degli eoni di un "tempo libero" che "con dignità" sorseggia un concrète che, lineare nella sua dimestichezza con la materia aliena, ci fa conoscere la parte invisibile che sta intorno a noi con variazioni che etichettiamo sperimentali solamente perché l'inusualità di una frequentazione cristallina della vita è obnubilata da dettami egoici che depistano dal baccanale dell'unità.
Devo dire che io sento "classica" l'apparizione sonora che rasserena i miei orizzonti in compagnia dell'impercettibile evoluzione di tutte le particelle presenti. Il messaggio evidente è di prendersi il tempo che si vuole, darsi una calmata, pensare alla "salute" e iniziare a lavorare concretamente e coscientemente su se stessi e sulle menzogne in cui siamo continuamente immersi.
Sicuramente la composizione nega qualsiasi identificazione cosicché la performance ci benedice con la sicurezza che una mano (trascendentale) non si nega a nessuno.
Servito dalla gloriosa etichetta Happy Squid, già nel 1981 'sto vinile è un (bel)vedere sprazzi dell'era del magnetismo.
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