Si dice che i pesci della seconda decade siano persone ripiegate su se stesse, che il loro modo di essere simpatici e disposti sia solo la maschera della loro negatività interiore, un po' cazzoni, un po' depressi, sicuramente sono di natura doppia. Lungi da me interessarmi da tali pratiche, ma devo ammetterlo... lo stregone che si fa queste storie dice cazzate solo per metà; almeno nel mio caso ci ha un po' preso.

Los Angeles, 7 marzo 1964, Bret Easton Ellis viene alla luce in una città che definisce senza clima, una città dove la mancanza di ricrearsi porta a capire chi si è veramente. Di questo lui ne prende atto e nell'85 da alla luce quel libro che avrebbe smosso definitivamente le acque della fiction minimalista con Meno di zero, e grazie a questo piccolo libro getta il seme che avrebbe influenzato altri scrittori della corrente "transgressive" (spero non ci sia bisogno di fare nomi). Subito desta alcune antipatie; non è un mistero che non andava bene e non va tutt'ora bene il suo atteggiamento "oltraggioso", "inconsapevole", "cazzone", si ricordi cosa disse all'uscita di American Psycho David Foster Wallace (altro genio che condivideva una reciproca antipatia con il nostro scrittore): «Look, if the contemporary condition is hopelessly shitty, insipid, materialistic, emotionally retarded, sadomasochistic, and stupid, then I (or any writer) can get away with slapping together stories with characters who are stupid, vapid, emotionally retarded, which is easy, because these sorts of characters require no development. With descriptions that are simply lists of brand-name consumer products. Where stupid people say insipid stuff to each other.» (David Foster Wallace su American Psycho).

Così potremmo riassumere la gran parte della produzione letteraria di Ellis, o lo ami o lo odi, perché è disinteressato, un farfallone, ambiguo e soprattutto disinvolto provocatore; a noi spetta dire se tutto ciò sia negativo o positivo. Questa sua prima figura mi aveva in parte destabilizzato quando mi sono buttato nel suo mondo; un occhio attento al putridume della società politically correct, pulita, emancipata e sofisticata che gli regalò uno spazio considerevole nella frangia più moderna della satira letteraria. Tuttavia a differenza degli altri scrittori più impegnati e "sovversivi" egli non abbraccia alcuna causa, se ne sbatte tutt'ora di tutto questo, l'armatura che ha addosso è mondana, dark, nichilista; merito anche degli estenuanti tour promozionali in giovane età che lo battezzano sull'altare del vizio e dell'autodistruzione.

E' indispensabile annoverare questi avvenimenti perché Lunar Park è il libro dei fantasmi, il libro delle ossessioni che tornano a disturbare la mente dell'autore che fa un salto, enorme: i cattivi non sono in forma umana, i cattivi non sono borghesi, i cattivi non vincono e soprattutto, proprio per questa svolta, il lato di Ellis che impregna le pagine è quello della vittima. Da shocker si diventa shockati, deboli, impauriti. Passivi. Se si cercano trame feroci e nichiliste paradossalmente questo Lunar Park non fa per voi. Un omaggio al mondo di Stephen King, un mondo popolato da incubi, mostri, giocattoli animati, corvi e lapidi. Tenebre. Bambini con le mani tremanti, imbottiti di psicofarmaci, apatici, morti. Si parla d'inconsistenza, un elogio alla mancanza di volersi bene, di esser incapaci di migliorare situazioni (la condotta matrimoniale con la fittizia attrice Jayne ne è una grande metafora). Su questa vallata di superficialità, d'inerzia e debolezza troneggia la luce lunare, tra i pini neri, i campi infestati, i dubbi e soprattutto il ritorno del male. Ellis ne è protagonista, ne è una metafora egli stesso per il racconto (da non vedere come un'autobiografia). Alla pace ci si arriva attraverso pagine e pagine bagnate dal pianto... ci si domanda quanto gli dev'esser stato caro il buio durante la stesura dell'opera. Un vero e proprio patto con le tenebre e con le lacrime.  

PS: Mi guardo bene dallo scrivere una recensione da fan, ma... Avete mai avuto la sensazione di esser vicini ad una personalità artistica?
 

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