Se non conoscete Tav Falco e curiosando in un negozio vi capita tra le mani il suo primo disco "Behind the Magnolia Curtain", scommetto che vi sbellicate dalle risate per quello sfigato in copertina che sembra una caricatura di Charlot con tanto di baffetti. Scuoterete la testa e penserete che non vale la pena di scucire  nemmeno cinque euro per un pagliaccio del genere, tanto più che tra poco arriva la vostra nuova fiamma e vi tocca offrire la cena.

 Avete commesso l'ennesimo errore della vostra vita musicale. Già, questo strano personaggio è un genio. A voi occorrerebbero cinque vite per fare quello che lui ha fatto in una sola: benzinaio,gelataio, ferroviere musicista, attore, filmaker, ballerino, fotografo, performer etc, ma la sua maggiore occupazione è il topo di discoteca, intesa non come locale dove si va a muovere le chiappe al ritmo dell'ultima merdata, ma come luogo in cui sono gelosamente conservati quei pesanti disconi neri che funzionano solo se ci appoggi sopra una puntina diamantata collegata a un fonorivelatore. Insomma Tav Falco, come lo scienziato pazzo, ama immergersi tra i corpi smembrati e puzzolenti del vecchio suono del delta blues fatto di rockabilly strascicati e di shuffle indiavolati riemergendo con una gamba o un bulbo oculare che gli possono servire per completare la propria creatura. E come tutti gli scienziati pazzi ha bisogno di un assistente sonoro ancora più folle, e chi poteva essere se non Alex Chilton, grande talento sprecato per troppo amore della bottiglia dopo i fasti di Box Tops e Big Star?

 Un momento!....Memphis... rockabilly strascicato... Alex Chilton... ma questo è un film gia visto... i CRAMPS! Sì è vero, nel 1980, due anni prima di Tav erano stati loro a pescare a piene mani dagli scheletri della palude, ma il loro approccio era più voodooo, più terrificante, più truculento, più provocatorio, più sessuale. Tav Falco invece si esibiva allo Showcase di Memphis accompagnato dal fratello Ron al basso quando Alex Chilton lo notò e ne riconobbe la fiamma della follia  necessaria per mettere su una band che ripetesse le gesta dei crampi in una veste più filologica. E come la poteva chiamare se non Panther Burns, il nome di una delle più grandi piantagioni del Tennessee? E chi ci poteva suonare se non quel magnifico perdente di Alex Chilton stesso, oltre a Jim Duckworth dei Gun Club e una specie di danzatrice del ventre che al posto della batteria usa percuotersi il corpo? Un disco di cover di brani che nessuno ricorda più, su tutte la versione di "Bourgeois blues", con la ritmica asfissiante proprio come i Cramps e la solista vagante sulle urla belluine di Tav, mai sentito niente di più crudo e primitivo, asciugatevi il sudore che qui la maglietta della salute è proibita... "Brazil" sambata su un twanging fracassone e cantata come farebbe vostro zio ubriaco fracido alla prima comunione della nipotina.... "Hey - High school baby" un rockabilly lento e malato come una filastrocca per frequentatori di lap dancing....  "Come on little baby" e la mummia di Elvis controlla se ha ancora l'ombelico per contorcere le sue frattaglie ... "Snatch it back" ti fa scuotere la testa al ritmo yèyè fino a quando ti rendi conto che si è staccata ed è finita sotto il letto... "You're undecided" è un estenuante boogie che ti prosciuga l'anima con quella slide al minimo dei giri... l'avvio frenetico del blues elettrico di "Blind Men" ti fa credere che abbia ingaggiato John Lee Hooker convertitosi alla cazzonaggine assoluta...

Per eleggere propri eroi musicali né i Radiocapoccia né le Divisioni della Gioia e né qualsiasi altro tipo alla moda, ma solo un manipolo di debosciati come questi, significa amare molto il rock 'n roll.

Evidentemente lo amo.

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