Vagando per le pagine di debaser ho riscontrato la mancanza di "Carlito's Way". Cioè un film così non viene recensito? Quindi ho deciso di mettermi all'opera per parlare di un'opera tra le più drammatiche in ambito gangster. Inevitabile a questo proprosito il parallelo con l'altro grande gangster di Brian De Palma, cioè il pluriosannato "Scarface". Come ho già esposto nella mia recensione di Platoon, il film di Tony Montana, seppur godibile non mi aveva entusiasmato.
"Carlito's Way" narra la storia di Carlito Brigante che, grazie all'aiuto del suo fedele avvocato nonchè amico Kleinfield (Sean Penn), vede ridotta la sua pena da 30 a 5 anni. Il suo ritorno "alla vita normale" è pacato perchè egli ha ormai deciso di togliersi dal "giro". Quando però si è stati uno spacciatore di grande importanza è difficile diventare "anonimo" e così i vecchi amici tornano a galla, i vecchi problemi tornano a tormentare l'anima di Carlito...
Brian de Palma si distacca dal solito mafia-movie tutto violenza, alcool e droga e da vita ad un'opera cinematografica con una grande impronta drammatica, una dettagliata caratterizzazione psicologica dei personaggi. Siamo molto lontani infatti dallo spacciatore menefreghista e avverso a tutto e tutti di montaniana memoria. Carlito, appena uscito di carcere, decide di tornare subito a cercare colei che aveva dovuto abbandonare, l'amata Gail. La ricerca della redenzione passerà anche attraverso il suo amore per Gail ma si troverà a dover fronteggiare un ostacolo inaspettato...
Il concetto che sta alla base di "Carlito's Way" è la perdita, la sconfitta. Il nostro amato eroe, interpretato da un ottimo Al Pacino, è un eroe perdente. E' a posto con la sua coscienza, tenta in ogni modo di allontanarsi da una vita che sente non appartenergli più. Brigante rimane fedele a quelli che gli stanno intorno, cerca di aiutarli in ogni modo. Vivere però nei bassifondi, nei loschi giri dove anche un pentito non ne è realmente mai fuori, complica e di molto la situazione. Carlito è un duro ma non per questo manca di sentimenti: aprire un autonoleggio è tutto quello che vuole. Vorrebbe soltanto questo. Ma il suo mondo gli è crudele, molti lo guardano come un nemico.
Tutta la vicenda è narrata in flashback attraverso Al Pacino che ha il ruolo di "narratore onnisciente". "Carlito's Way" ha il merito di essere molto più "umano" di Scarface, più reale o se volete meno costruito e pomposo. Infatti molte volte la pellicola sfocia in un vero e proprio film drammatico allontanandosi dagli stilemi del gangster. Ottime le prove di Pacino (ma soprattuto superlativo il lavoro di Giannini al doppiaggio) e ancora meglio del protagonista è Sean Penn nel ruolo dell'avvocato pazzo e con manie di ogni genere. Da sottolineare inoltre l'ottima sceneggiatura a firma di David Koepp.
Brian de Palma mette in scena quello che io considero il suo miglior lavoro. "Carlito's Way" è superiore a Scarface per linearità, drammaticità e anche per una spettacolarità poco marcata ma assolutamente perfetta (vedere per credere la scena del biliardo e l'inseguimento finale). Finale che risulta azzeccatissimo anche se forse svelato fin troppo presto...
"Quando sei in galera passi un sacco di tempo a pensare chi andrai a trovare il primo giorno che sei fuori, il secondo e il terzo. Ma poi, quando esci, trovi che le facce della gente sono diverse da come te le ricordavi. Magari anche la tua è diversa..."
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