Dunque, c’è un nemico che in realtà non è un nemico e che si chiama Max ma in realtà è una donna. C’è un amico che in realtà è un nemico ma forse è un amico perché è nemico solo nelle ipotesi errate del protagonista, che forse corrispondono a realtà. All’inizio sembra che muoiano tutti a Praga poi si scopre che metà sono salvi e hanno aspettato tutto il film per ricomparire a Londra nell’esatto momento in cui un agente segreto — lui forse è davvero lui, cioè Tom Cruise, che per quel che ne sappiamo, visto che il film a un certo punto instilla questo dubbio, potrebbe essere travestito da vecchio o essere un vecchio travestito da se stesso, da Tom Cruise intendo, non il vecchio, quello giovane che forse è vestito da vecchio, forse — dicevo nell’esatto momento in cui il protagonista, in incognito e all’oscuro di tutto il mondo, si muove di nascosto nella capitale inglese, solo per fare una chiamata, e nessuno sa perché non l’abbia fatta giù al gommista a Brembate, già che c’era. Senza contare che c’è una donna che salta per aria in una macchina ma non si capisce se salti davvero, in aria con la macchina, e in ogni caso non è chiaro chi la faccia saltare in aria, la macchina, e con lei anche la donna, ma chissà, perché a premere il pulsante che dà il comando dell’esplosione potrebbe essere stato sia lui che lei, guardando il film capite chi sto tirando in mezzo, o forse entrambi, o forse è stata semplicemente una perdita di gasolio e, boh, un accendino capitato lì per caso — ma sarà davvero capitato lì per caso? o l’ha acceso il protagonista che forse è l’antagonista che forse è il protagonista travestito, ma solo nei giorni dispari? Insomma, a tutti i coglioni sceneggiatori che credono di fottervi con delle cazzatine da thriller psicologico ciellino che si arrotola su se stesso senza parare da nessuna parte, consiglierei il primo Mission:Impossible e la sua sceneggiatura inconcludente e schizofrenica da TSO mandatorio. Brian De Palma fa quel che può ma si vede che anche lui sbarella.
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