Formazione di tutto rispetto per Brian May, accompagnato da Cozy Powell alla batteria, Neil Murray al basso, Spike Edney alla tastiera, Jamie Moses alla seconda chitarra, Cathy Porter e Shelley Preston ai cori. In quel di Londra, il 15 Giugno del 1993, alla Brixton Academy si svolgeva questo concerto, che vede un Brian May in forma, nonostante le sue prestazioni da vocalist non sempre eccellenti. Il concerto prevede una scaletta abbastanza varia, pezzi eseguiti in modo impeccabile e altri che forse potevano essere arrangiati diversamente, senza contare diversi brani della carriera dei Queen che cantati da May faranno storcere il naso ai più.
Si parte con "Back To The Light", tratta dall'album omonimo di May, una buona track di apertura, seguita dalla più movimentata "Driven By You". Nonostante la perfetta esecuzione di "Tie Your Mother Down", si sente chiaramente che May non regge il confronto con Mercury, e il coro utilizzato nel ritornello non aiuta troppo. "Love Token" passa inosservata, poichè in definitiva serve solo da preludio alla bella "Headlong", purtroppo mai eseguita dalla formazione originaria dei Queen. La tensione aumenta quando May arpeggia "Love Of My Life", cantata quasi completamente dal pubblico (e chi ha pensato "per fortuna" si sbaglia, infatti nonostante tutto May la canta davvero bene). Grande momento di nostalgia, quasi di amarezza. Sottili linee di tastiera accompagnano la chitarra rendendo l'atmosfera ancora più magica. Dopo un bel coro che intona il ritornello di "'39", inizia "Let Your Heart Rule Your Head" brano acustico che ricorda molto quello scritto nel 1974 per l'album "A Night At The Opera" ("'39", appunto). Altri momenti magici si hanno con "Too Much Love Will Kill You", forse la migliore canzone del "dopo Mercury", che verrà presentata su LP solo nel 1995 in "Made In Heaven", con la voce di Mercury. La versione qui proposta è leggermente diversa, con una lunga sessione al pianoforte che sfocia poi in un assolo caldissimo e potente, uno dei migliori di May. Anche qui la performance vocale non eccelle, ma si fa apprezzare. "Since You've Been Gone" è un brano di Russ Ballard, impreziosito in questa versione live.
Pollice basso per "Now I'm Here", rovinata dalla voce di May e dai cori. Il brano aggressivo ha resistito bene alla prova del tempo, venendo riproposto praticamente in tutti i concerti dei Queen (è pur sempre una canzone del '74), ma in quest'occasione si poteva evitare. Momento di gloria per May con "Guitar Extravagance" che all'inizio riprende un pò i riff di "Brighton Rock" per poi divagare in qualcosa di diverso. Il finale è un preludio per "Resurrection", veloce e lunghissimo brano (penso composto per l'occasione) che include un veloce assolo di Powell, la parte finale di "Bohemian Rhapsody" e una chiusura degna di tal nome con un bell'assolo. Aria di Blues con la lenta "Last Horizon", dove la bravura dei due chitarristi ci regala un brano caldissimo e piacevole da ascoltare. L'altra buccia di banana si cela dietro un'improbabile versione di "We Will Rock You", arrangiata in modo troppo pomposo, con un uso di effetti sonori forse troppo azzardato. Se poi ci mettiamo la vocina stridula di un May già stanco, abbiamo detto tutto. Unica nota di rilievo è la versione "fast" seguita in coda a quella normale, che movimenta un pò il tutto. La chiusura del concerto è affidata da una bella "Hammer To Fall", dove la batteria di Powell è incisiva come non mai (dopotutto Roger Taylor era un batterista mediocre). Brano eseguito tutto sommato bene. Il caro May è esausto, ma regge bene fino alla fine.
Tutto sommato un buon concerto, quantomeno da provare, e non da confondere con le discutibili performance targate "Queen +" che contribuiscono solo a rendere ridicolo il nome di una delle band più amate della storia. Niente alleanze improbabili, niente "+", solo Brian May con i suoi compagni al seguito. Forse la scaletta è troppo Queen e poco Brian May, ma non si può avere tutto.
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