Prima di tutto c’è Bridget.

Lei è così strana, crepuscolare, una dolce creatura di un universo parallelo.

Composta, poi neanche tanto, da particelle erranti di meditazioni blues lo-fi.

Proviene sicuramente da lontano, nello specifico dalla rurale Todmorden, nella verde contea dello Yorkshire.

Luogo infestato dalla natura e dalle stranezze, con UFO che sembrerebbero aver preso residenza e cottage infestati dai fantasmi. Di lei si dice che sia anche un po' maga, un po' mistica, in città quelli più british sostengono sia solo un’abile prestigiatrice.

Potrebbe avere un enorme talento musicale, è musa ispiratrice del collettivo noise drone della Vibracathedral Orchestra, creatrice insomma di una musica fantasma.

La sua lirica è un fuoco estatico, paradossalmente sconcertante ma infine...chiarificatore.

Insomma, musica fantasma per chi ancora vive, respira e sente.

Poi ci sono gli Apparitions ; anche se quando sono arrivato, erano già scomparsi.

Il battito selvaggio di Cold Blows The Rain può rivelarsi affascinante, dolce ed inquietante e ricongiungersi astralmente con le visioni ed i cantici di quella dimensione sonora senza tempo: echo and distortion di Annie Briggs, di Judy Dyble con la sacralità nuziale di una novella Nico.

Come spesso accade la registrazione è banale, tra le mura del Municipio di Todmorden, quella lenta rifrazione dei raggi del sole ancora sotto l’orizzonte, quel sonnolento andamento lento della Comunale Amministrazione, quell’ Aurora composta da bolle di suggestioni lo-fi e scheletriche cacofonie.

Otto tracce secolari a manciate prese come granelli di sabbia dal repertorio di canzoni popolari rese famose da Pentangle, Sandy Denny, tra canti popolari della tradizione medioevale irlandese.

Il segreto è rigenerare l’ Incanto dalla Tradizione, ah quanto è sublime Bridget Hayden.

Una menzione per She Moved Through The Fayre, che presenta un testo scritto per la maggior parte da una coppia di collezionisti di musica folk irlandese poco più di 100 anni fa. Qui la voce delicata della Hayden si abbassa e scivola, è evocativa nel suo livello animico più primordiale, tanto spettrale quanto eterna. Nonostante non ci sia esattamente una murder ballad in questo gruppo di otto canzoni tradizionali inglesi e irlandesi, qui si possono percepire le nobili anime ferite che nell’eternità, sotto le nostre stelle soffrono di infinite e terribili perdite, circondate da spiriti inquieti le cui tombe non sono state scavate abbastanza in profondità.

Ed una volta che l’insostenibile leggerezza dell’armomium si converte in volo a capofitto nel tappeto sonoro di un Dio tanto bello quanto assente, in quella terra di mezzo che è la somma ricomposta di te stesso e dei tuoi sogni, Cold Blows The Rain è estatica colonna sonora in filodiffusione.

The apparitions in effetti, non si sono ancora fatti vivi.

Ma questa assenza, nulla toglie alla Bellezza del Disco.

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