Il repertorio dell'artista catanese è costellato da una miriade di canzoni diventate istantaneamente dei classici al primo ascolto. Non tutti i suoi dischi hanno la fortuna di brillare di luce propria, alcuni per esempio, sono la triste fotocopia di una sua opera precedente, o altri non hanno guizzi di quella genialità che ha fatto di Brigantony il Cantante Catanese per antonomasia. Delle sue opere meno riuscite nè parlerò in seguito, prima però voglio approfondire il discorso su questo magnifico disco del 1988 "Co Bullu", ovvero non altro che un marchio di garanzia.
Forse meno bello del capolavoro "A Ciolla", ma più incisivo sul piano della demenzialità. Rispetto ad altri suoi dischi dove a far da padrone c'erano stornelli, canzoni popolari, graffi satirici e e amore per la patria, qui l'ago della bilancia punta decisamente sul tema a lui caro (ah ah!) dell'omosessualità ("Osvaldo", "A Puppera"). Si comincia con la solita parodia di "I Feel Good" ("Iaffiu U Cuttu"), denuncia del fenomeno dei parcheggiatori abusivi; si attraversa tutto l'album passando tra la critica ai falsi maghi delle tele libere "Ciao Buonasera"(e siamo appena nel 1988!), un classico ("O Bagnu") e un altro classico pezzo insignificante ("Babb'i To So"). Brigantony ripeterà il grande disco, per altre 3/4 volte.
Nel resto della sua opera troviamo bei pezzi, pezzi gradevoli, pezzi poveri, pezzi orrendi. Questi ultimi li troveremo dal nuovo millennio in poi, dove Caponnetto si ripeterà all'infinito suscitando solo qualche rara risata. Per ora godiamoci questo disco!
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