ce sera tout à fait comme à la radio
ce ne sera rien, rien que de la musique
ce ne sera rien, rien que des mots, des mots
des mots, comme à la radio
Con questa che è la più classica delle verneinung, o denegazioni, inzia il disco. Nient'altro che musica, nient'altro che parole. E come di fronte al "questa non è una pipa" di Magritte vediamo una pipa più vera del reale, così, improvvisamente, le nostre orecchie, titillate dalle sibilline parolemusica di Brigitte Fontaine, sentono e ascoltano. Musica e parole: non ingredienti amalgamati di una canzone da ascoltare distrattamente, ma una vera e propria drammaturgia sonora. Musica e parole il cui attrito manda scintille. E se il contrabbasso e le ance dell'Art Ensemble of Chicago non sono mai stati così groovy e cantabili (se non forse nell'incipit di Les stances a Sophie cantato da Fontella Bass) è pur vero che la voce da chanteuse lunare di Brigitte Fontaine deve compiere numeri di equilibrismo per camminare su un tappeto così accidentato.
Ca ne dérangera pas,
Ca n'empêchera pas de jouer aux cartes,
Ca n'empêchera pas de dormir sur l'autoroute
Ca n'empêchera pas de parler d'argent
Ce sera tout à fait comme à la radio
Sembra una sfida: provate a fare di questa musica muzak d'arredamento. Provate a non pensarla. A berla come un analcolico. Provate a neutralizzarla e a non lasciarvene turbare se vi riesce!
Ce ne sera rien, juste pour faire un bruit,
Le silence est atroce.
Quelque chose est atroce aussi,
Entre les deux, c'est la radio.
Rumore di fondo, esorcismo al silenzio atroce di un mondo senza significato. Provate a fare di questo disco una suoneria per cellulare. Provate a cadenzare i vostri sms al ritmo sincopato di questa musica ascoltata in cuffia mentre andate al lavoro sull'autobus circolare stipato di solitudini aggressive.
Tout juste un peu de bruit, pour combler le silence,
Tout juste un peu de bruit, et rien de plus,
Tout juste un peu de bruit, n'ayez pas peur,
ce sera tout à fait comme à la radio.
Non abbiate paura, questa musica meticcia e surreale, le parole di Brigitte che fanno la spola tra il teatro dell'assurdo (e i suoi esordi in scena furono nei panni della cantatrice calva di Ionesco) e l'esistenzialismo, non sapranno in alcun modo turbarvi... perchè siete sordi al silenzio e al dubbio...
A cette minute, des milliers de chats se feront écrasés sur les routes,
A cette minute, un médecin alcoolique jurera au dessus du corps d'une jeune fille, et il dira "elle ne va pas me claquer entre les doigts, la garce",
A cette minute, 5 vieilles dans un jardin public entameront la question de savoir s'il est moins 20, ou moins 5,
A cette minute, des milliers et des milliers de gens penseront que la vie est horrible, et ils pleureront,
A cette minute, deux policiers entreront dans une ambulance, et ils jetteront dans la rivière un jeune homme, blessé à la tête,
A cette minute, une vieille dame ivre morte gémira seule, au dernier étage, sous son lit, et ne pourra plus bouger,
A cette minute, un espagnol sera bien content d'avoir trouvé du travail.
Non world music come omologazione e omogeneizzazione di spunti eterogenei trasformati in un solo, rassicurante, suono sintetico. Non ambient music come ritirata della musica, come resa al suo ruolo di arredo. Percezione intensa, invece, della simultanea ed eterogenea compresenza di mille esistenze. Musica come intensificazione della percezione delle durate nel loro fluire. Non fuga nel tempo squadrato della canzonetta, ma remare contro, fare resistenza al tempo, aggrapparsi alla durata e percepirsi vivi in mezzo ai vivi. Musica con la quale faticare, musica contro cui scontrarsi. Musica tattile e corporea. Alza il volume dello stereo e senti come il basso percuote il tuo sterno neanche fosse un disco di drum & bass in un rituale moderno da discoteca.
Il fait froid dans le monde,
Il fait froid.
Il fait froid, il fait froid.
Il fait froid, ça commence à se savoir.
Ca commence à se savoir. Et il y a des incendies qui s'allument dans certains endroits, parce qu'il fait trop froid.
Traducteurs, traduisez.
Traducete traduttori: e la voce si assenta, lascia spazio al senso ambiguo e insinuante, penetrante e intraducibile che è proprio della musica.
E brucia questa musica, come un piccolo incendio pronto a propagarsi per casa, a scaldarvi o a bruciarvi a seconda che ve ne prendiate cura o la fuggiate chiudendo la porta e cercando conforto nella stanza attigua. E come doveva bruciare il controcanto di Areski Belkacem nella orecchie di una Francia ancora sanguinante di una ferita algerina restia a rimarginarsi (la guerra è finita nel 62 e siamo nel 71), come doveva bruciare al suono di oud, bouzuki, percussioni e suggestioni meticcie. Me la vedo questa musica che sgattaiola fuori da una finestra e appicca fuochi sui balconi dove subito le finestre vengono sprangate.
On sait ce que c'est, que la radio, la radio.
Il ne peut rien s'y passer. Rien ne peut avoir d'importance.
Ce n'est rien, ce n'était rien. Juste pour faire du bruit. Juste de la musique. Juste des mots, des mots, des mots.
Il maelstrom sonoro di Roscoe Mitchell e Lester Bowie si acquieta... dolente e assorta Brigitte sembra infine credere alle proprie parole. Intuisce che per quanto possa scovare suoni urticanti, parole perturbanti, non sarà difficile annegarle nel rumore del tran tran quotidiano, emarginarle ed esiliarle nelle banlieu, trovare palpebre per le orecchie e arredi sonori più adatti a cocktail e vernissage.
Finisce questo piccolo baccanale. Il resto del disco spoglia le canzoni, le scarnifica. La drammaturgia sonora si fa più rarefatta. Si aspetta Godot, forse si affilano le armi per una nuova battaglia in questa carbonara guerriglia; forse, più probabilmente, si elabora il lutto.
Carico i commenti... con calma