Un tributo commovente, commosso, amorevole per Pierpaolo Pasolini da un conterraneo friuliano come Marco Brosolo. Amorevole soprattutto, perché Brosolo interpreta in punta di piedi, con sacralità (quasi a delineare nuove preghiere per una nuova spiritualità, lontana dalla pochezza delle chiese e dei preti moderni), pensieri e poesie del grande autore italiano. Lo fa con uno stile vocale intimissimo, che viene avvolto con sapienza da arrangiamenti come sempre cinematici (chi conosce Brosolo e i suoi dischi precedenti sa della sua vicinanza al mondo del cinema in termini di sonorità). Questa volta però Brosolo mette in scena, accanto alle bellissime e malinconiche melodie minimali al piano, un supporto ritmico che è decisamente in odore di jazz, senza dimenticare il trip hop che a Berlino, come nel resto d’Europa, ha avuto tanta fortuna negli anni passati. Interessante anche l’operazione di recupero di materiale video e audio su cui Brosolo ha estrapolato frasi, facendo un vero e proprio cut up che poi è diventato testo. Da sottolineare anche la lista di poesia, romanzi, film di Pasolini, citati in ordine sparso dalla possente voce di Pierpaolo Capovilla nel brano “Lamento”, unico passaggio con concessione ad ambientazioni indie rock.

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