Cosmo, etere ed eden, incarnatevi in musica.

Portate scompiglio al disco di questo ragazzetto carino e gentile, fasciatevi nelle sue cinque canzoni dream pop e fatemi viaggiare in misteriosi viaggi mentali che sanno di cobalto, in sguardi mai conclusi, in suggestioni da assaporare e di nostalgie incenerite.

Perchè questo è il vero dream pop, non quello da cartoline da Valtour tipico di gente come Washed Out, questo è il sussurro concitato e allarmante di un'epopea onirica, di sogni nel cassetto che fanno esplodere gli armadi, di costellazioni destinate alla morte, ma che non esitano a brillare. 

E' l'emozione pura che viaggia in un pezzo di rara bellezza, IL pezzo di un disco inquieto e affascinante: "Feel", apoteosi dell'anima, che spezza il cuore e fa piangere. Trip per il paradiso e non ritorno. Cascate di suoni cullanti e strepitii sussurrati di malinconia. Probabilmente l'unica canzone di questo disco che potrebbe ripetersi all'infinito e mostrarsi sempre al di là di tutto, aliena, sentita, devastante. 

E' un disco che sembra un ripescaggio misterioso, un vinile impolverato che d'improvviso fa resuscitare un'estate dimenticata dalle sue ceneri. Un'estate solare, ma anche malinconica, fatta di fascino quasi glamour e spettri inquieti ("A House Of Many Ghosts"), di cantilene folk sott'acido che ricordano un po' gli Animal Collective e un po' Neon Indian, ma che poi ti fa rendere conto che i paragoni sono insensati e snob ("Best-Thing Out Of Some-Thing")

E' uno di quei dischi che se riascoltati in un momento di mood diverso, può irritare inspiegabilmente e che, come un caleidoscopio varia la sua faccia a seconda di chi lo osserva. Un continuo cavalcare di struggenti e divertite strade acid-folk, di battiti elettronici e cantilene

Fa viaggiare, ma decide lui dove trascinarti, se in un tramonto senza fine ("In The Sun") o in un oceano di solenni apnee e inquiete embolie ("Look Out Below"), dove abbandonarsi allo scrosciare incessante di musica. Pioggia. Pioggia battente. Incendi. Sabbia. Spiagge. 

Come un carillon impazzito, come un film di Truffaut sotto LSD, come uno sguardo di pupille dilatate senza iride, come un biglietto di sola andata verso i tuoi sguardi, "Apache Feathers" è servito. 

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