Dunque, Enzo Miccio fuori dalle balle, grazie, non vogliamo le bomboniere nè l'abito sartoriale da cerimonia...dai ragazzi, mettetevi quel cazzo che volete, qui Bruce e i suoi se ne fregano delle etichette, l'importante è jammare e fare un po' di rumore, all'aperto in mezzo ad amici veri, eccheccacchio!
Ecco cosa succede quando un magnifico piano-man fa il botto ad inizio carriera con una canzone pop (che comunque parlava di disoccupazione), e invece di camparci una vita (artistica e non solo) intera, decide di rimanere fedele a sè stesso ed alla sua ARTE e di esplorare al meglio ciò che lo appassiona. Bene, e che cos'è che appassiona il nostro personaggio?
Ebbene, scrivere musica che parte dalle radici americane ed attraversare tutti i generi, senza sposarne (!) nessuno, in maniera mai banale, ma assolutamente vicina al POP, nella sua definizione più alta, e quindi anche fruibile al pubblico più vasto possibile. Il Bruce in questione non è un BOSS e non ha mai voluto esserlo, ma è americano in ogni cellula. Tuttavia, negli Stati Uniti non ha mai sfondato del tutto, ma gode di uno zoccolo durissimo di fans affezionatissimi, mentre in Europa è ormai praticamente uno sconosciuto, ed infine in Italia è solo quello che negli anni '80 ha cantato "The Way It Is" (ah, comunque non compare di proposito in questa raccolta!), e si è ritagliato un posticino nella top ten 45 giri, chessò, tra gli Spaccàu Ballè(t) e Toto...Cutugno, ebbuongiorno Italia, buongiorno Maria, me ne torno a casa mia, e pure di corsa!
Da lì son passati 25 anni, il mondo musicale e non solo, si è capovolto un po' di volte, il Bruce fa tre dischi, poi scioglie il suo gruppo, i Range (ma solo come nome, alla fine), e in casa Hornsby, (si perchè da allora registrerà tutto a casa sua), la qualità delle proposte, invece di abbassarsi di livello, va via via aumentando, così come l'estenuante attività live. Collaborano con lui, tra gli altri, fin dalla fine degli anni '80 il meraviglioso Jerry Garcia, nei '90 Pat Metheny su "Harbor Lights" e "Hot House", Chaka Khan, Phil Collins, Branford Marsalis, Bela Fleck, Bonnie Raitt; Si esibisce per due anni in tour in pianta stabile coi Grateful Dead; negli anni '00 canterà con lui Elton John (su "Halcyon Days"), suonerà con Eric Clapton, per poi dedicarsi ad un album interamente bluegrass con Ricky Skaggs e uno completamente jazz con Christian Mc Bride e Jack DeJohnette.
Ma questo matrimonio coi Noisemakers dal vivo, in verità è il secondo; il primo, direi altrettanto emozionante, è stato celebrato a fine anni '90 col titolo "Here Come The Noisemakers" e documentava il meglio dei live di quell'ultimo periodo. Questo doppio live (che ho acquistato on-line pensando di non trovarlo neanche per sbaglio in Italia, e invece da poco ho scoperto di si, che cuccagna!), racchiude l'attività dei "Caciaroni" dal 2007 al 2009 (tutte date americane, obviously), e testimonia ancora una volta, l'affiatamento, il giusto feeling, la mostruosa intesa maturata negli anni da questa band sul piano dell'improvvisazione. Bruce è indubbiamente un grande rock-performer ed ama da sempre mischiare le carte, spiazzare, fondere musica colta e tradizional-popolare, cambiare registro, partire con Keith Jarrett e finire con i Pink Floyd mettendoci del country nel mezzo; oppure assecondare quasi all'improvviso le richieste dei fans urlanti, con un'umiltà e una simpatia davvero notevoli.
Si tratta di 12+13 tracce che ad un neofita risulteranno talvolta un filino sopra le righe, proprio per la varietà delle influenze che contengono, lontano dal pop-rock- mainstream quanto Bolzano da Caltanissetta, ma il risultato è talmente avvolgente, melodico, e vitale da lasciarci con la voglia di riascoltare tutto daccapo...che è poi quello che un "buon disco" dovrebbe fare, no?! E cos'altro possiamo pretendere da un artista tre volte vincitore (su 13) al Grammy Award?
Accidenti, che ore sono, già due ore volate via...occhio, arrivano Enzo Miccio e socio con le bomboniere...scappiamo!
ciao ragazzi, buon viaggio!
P.S. copertina ironicamente splendida; i due fortunelli in abiti, neanche a dirlo, di Giorgio Armadi per lui, e Pulce & Pojana per lei, sono il bassista J.V. Collier e il tastierista John "JT" Thomas. Acconciature di Aldo Cupola.
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