FARSA, FOLKLORE E MITI DA FIGURINE PANINI.
Lo ammetto: non sono mai stato un grande fan del Boss e di lui possiedo giusto 5 cd: "The River", "Born to Run", "Nebraska", "The Ghost of Tom Joad" e quest'ultimo "Devil and Dust". Non mi ha mai convinto fino in fondo questa filosofia da chitarrista-operaio tutto sudore e muscoli, figlia dei quell'American Way che dagli anni '50 a questa parte ha attecchito anche in Italia, nella letteratura, nel design, nella musica e nell'abbigliamento. Non mi hanno mai persuaso queste canzoni con due/tre accordi di strofa, ritornello, strofa con arrangiamenti vergognosamente standard, per non dire banali. Canzoni buone "prima" - forse, quando appunto era tutto da fare, da scoprire, l'epopea "western" dei primi pionieri, il tirarsi su le maniche e lavorare sodo sputandosi sui palmi delle mani. Prima aveva un senso il "blues", il nichilismo dei primi canti dei neri martoriati del Sud, il country e il folk dei primi anni '70. Adesso meno. Molto meno. Adesso è (quasi) tutta farsa. Farsa, folklore e Miti da figurine Panini.
E' farsa quando un miliardario multi proprietario di appartamenti, bar, ristoranti e ranch, proprietario e socio di pacchetti di maggioranza in varie holding americane, insomma, uno così che "gioca" a cantarci di homeless, dell'america perduta, della mancanza di valori di un'America tradita e violentata (sempre a tirare in ballo questo 11 settembre). Uno che "recita" a vestirsi in jeans e giacca in pelle a frange e che ?si diverte? ancora a calcare i palchi di mezzo mondo per la "messa in scena" dell'ennesima replica del copione che "tutti si aspettano da lui". Un "abile istrione" partito da zero e che si è fatto tutto da solo?: incarnificazione dell'american dream, ancora possibile e che ancora fa sognare noi poveri piccoli italiani, alle prese coi Berluscojoni nazionali o le telefonate di Fassino, o i grandi fratelli mediasettici o le soap dei medici in famiglia o le varie ruote della sfortuna.
E' un prodotto, mi direte. Uno come tanti, anzi, tutto sommato il meno peggio. Anzi, di più. E' proprio davanti a questa Fiera della Mediocrità Italiota che prodotti come questo, tutto sommato, spiccano. Non per l'autenticità o le buone intenzioni che le animano (occhio: c'è sempre il business sotto, ci sono gli uffici marketing, le agenzie pubblicitarie, gli agenti esteri, i reparti grafici, le agenzie di PR che pianificano le interviste etc. non preoccupatevi, esistono migliaia di persone sono a busta paga del Boss!) ma perché, tutto sommato, parlano "al nostro immaginario", parlano degli "stereotipi" che noi europei vogliamo sentire "da un americano". Lo stesso motivo per cui all'estero i film di Benigni, Tornatore o Salvatores (italianissimi) hanno avuto successo in America: parlano dell'italia anni '50, rievocano i fantasmi del NeoRealismo che ancora ci perseguitano, reiterano la macchietta dell'Italia come la vuole immaginare l'americano, tutto pizza, spaghetti, caciara e belle donne. Un'Italia, come un'America che, di fatto non esistono più ma che ci dà più fastidio ammettere che ignorare. Ma ci osteniamo a crederci, perché è questo che amiamo. Questa regressione storica, questa voglia di fermare il tempo quando tutto era "meglio", più genuino, più vero. La voglia di sentirci ancora "come in quegli anni", ricordi eh??
E allora SIIii, mettiamoli in scena questi miti e leggende. Divertiamoci con il "Lonely Hero" con cappellone e stivali, che suona una chitarra inpolverata, in una catapecchia simil coloniale col viso sofferente e rassegnato con tanto di barba lunga di tre giorni (frutto del sapiente lavoro di 3/4 ore di brave macke-upper di case di produzioni specializzate), vestito di pochi stracci (metà ridisegnati e cuciti apposta "a sembrare rustici" con tanto di stylist a seguito) come si vede nel video di "Devil and Dust". Ma siiii. E' tutto finto, io lo so, voi lo sapete, tutti lo sanno, ma l'importante è sapere che CI VA BENE COSI. E allora godiamoci l'ennesima mascherata sul Dvd allegato al CD, armati di pop corn e bibitoni, che tutto sommato, non sarà originalissimo, ma è ancora uno dei pochi sogni americani che possiamo ancora permetterci. Senza prendere troppo sul serio parole e musica di questo Novello Arlecchino servitore di 2 padroni.
Carico i commenti... con calma