I grandi artisti spesso commettono grandi stupidate. Bruce Springsteen ha segnato indelebilmente il rock di metà anni Ottanta ("Born in the Usa" è leggendaria ed epocale), ha vinto persino un Oscar grazie alla bellissima "Streets of Philadelphia". Eppure, da un paio d'anni, anche il Boss ha perso rabbia e mordente: ne è la prova provante. Uscito scosso (un pò come tutti) dalla tragedia dell'attentato alle Twin Towers, Springsteen sembra volersi scrollare di dosso paure e angosce, cattiveria e orrore. Non è più il giovincello anarchico e ribelle di "Born To Run", ora è un distinto signore di mezza età incapace di reagire di fronte agli orrori made in Usa che il fantoccio George W.Bush sta sperperando un pò ovunque (Italia compresa).

"Devils & Dust" è, in definitiva, una gran bella delusione. Intendiamoci: le musiche sono bellissime (intimiste e misticheggianti; poderose e sanguigne), molti giri di chitarra sono entusiasmanti, la voce del Boss è sempre ruvida e glaciale, triste e impietosa. Eppure, globalmente, l'album risulta falso e, a tratti, rozzamente commerciale. Esente da qualsiasi filo conduttore, "Devils & Dust" appare frammentario e superficiale. Non è concepibile che un genio come Springsteen si riduca a canticchiare canzonette tipo "All The Way Home" o baracconate stile "Jesus An Only Son". Quando vuole però, il Boss riesce ancora a stupire: "The Hitter" è una travolgente ballata energica e sensazionale. Le intuizioni musicali sono eccellenti e la voce del cinquantenne Springsteen sembra mutarsi in quella di un ventenne sbarazzino e scanzonato.

"Devils & Dust" non rimarrà nella Storia. Il Boss è stanco, forse un pò annoiato. Campa grazie a vecchi successi (con i milioni guadagnati grazie a "Born To Run" e "Born in the Usa" potrebbe sfamare mezza popolazione africana) e non crede più né in una improbabile redenzione umana né in una doverosa rinascita politica.

"Cosa vuole per cena signor Springsteen?"- chiede un distinto cameriere al Boss seduto tristemente ad un tavolo del ristorante "Born in the Devils & Dust". "Nulla - risponde Bruce - "Ormai sono alla frutta!".

E' chiara la metafora?

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