Comincio col dire che questo è senza dubbio l'album di Bruce Springsteen meno riuscito, ma entriamo nello specifico.

Uscito nel 1992 assieme a Lucky Town, questo disco si distingue notevolmente dal disco sulla città fortunata per una crisi creativa ben accentuata, nonostante LT sia stato prodotto di getto. Ma veniamo allo specifico. A mio avviso le prime tre canzoni (Title-track, "Soul Driver" e "57 Channels") sono ottime e fanno pensare a un ottimo disco pur se prodotto senza la E-street Band, ma è proprio qui che il lavoro inizia a boccheggiare e a non mostrare una linea omogenea. "Cross My Heart" e "Gloria's Eyes" davvero dimenticabili a cui si aggiunge invece una splendida "With Every Wish": ecco la fotografia limpida della confusione del rocker di "Freehold"; a questo punto giungono una "Roll of The Dice" onesta ma nulla più e una brutta "Real World" (decisamente migliore quella proposta nell'ultimo tour). "All or Nothin'at All" e "Man's Job" sono due canzoni che scorrono via senza sussulti particolari. Qualcuno direbbe: dove è Bruce? E io dico ecco un altro ruggito: "I Wish I Were Blind", splendida e toccante. Finisse qui il disco si potrebbe salvare per il 60% diciamo, ma purtroppo ci sono due canzoni impalpabili come "The Long Goodbye" e come "Real Man" (sintetizzatore "invadente") e una ninna-nanna come "Pony Boy".

In definitiva 5 canzoni ottime, altre 2 o 3 accettabili e le altre dimenticabili (le stelle sono tre per il valore aggiunto di alcune canzoni). Un altro artista in un periodo di crisi creativa avrebbe fatto peggio e sicuramente da questo punto è partita la rinascita di Bruce con The Ghost Of Tom Joad e gli album successivi.

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