Mah, vabbè… si però uff!

Dai non sbuffare hai in mano un ciddi di Bruce nuovo fiammante, tra l’altro è il vol 1 il che significa che ci sarà un seguito.

E’ una minaccia?

Sei il solito… Almeno l’hai ascoltato? E’ un disco soul, con vecchi hit reinterpretati dandogli una chiave …

In testa gli do la chiave! In testa, almeno così rinsavisce. Ma ti sembra possibile con tutti i brani soul che ha rifatto nei suoi concerti, tipo Ain’t too proud to beg, Ain’t that peculiar, Havin’ a party (a proposito, reinterpreti brani soul ed escludi Sam Cooke?), Sweet soul music, Soothe me e che dire della Detroit Medley, eh? Ti ricordi come cantavi anche tu “I see a train uh uh e seguiva l’elenco infinito delle città… Oggi cosa mi tocca ascoltare Nightshift di Lionello che tributa(va) ai grandi del soul (Jakie Wilson e Marvin Gaye) con Bruce che gli fa il verso ma con meno pathos? Questo pezzo va bene alla tombolata con i nonni a Natale, alle grotte a San Pietro in Casale o in un ascensore/aeroporto al posto di Brian Eno. E poi vuoi fare un disco soul, va bene, fallo (membro maschile) fallo, ma chiama Miami piccolo Stefano e spara in fronte a Ron Aniello che “al ne pos piò”. Bravini i turnisti, ma non c’è anima, interpretazioni fotocopia dell’originale, l’idea che mi sono fatto è che la produzione sia pesante, che ci sia una sovrabbondanza di archi e ampollosi cori ruffiani a cercare l’applauso facile. Prendiamo Don’t play that song, cosa aggiunge alla versione di lady soul Aretha Franklin o di Peppino di Capri? Nulla, nulla di personale. Che tristezza…

Dai così esageri, hai ascoltato Forgot to be your lover, dove duetta con Sam Moore, oppure When she was my love, tra l’altro canta da vero crooner, o anche 7 rooms of gloom e – finalmente il capolavoro - Do I love you (Indeed I do), il pezzo migliore pieno di gioia dove spunta l’anima e tutti battiamo felici il piedino.

Si, certo Bruce ha volutamente rinunciato a suonare per concentrarsi sulla voce, e la cosa, inaspettatamente gli riesce molto bene. Mah che dire, questo non è un disco di soul, ma di pop d’annata a cui Ron Aniello ha aggiunto di tutto, di più e soprattutto di troppo. Il disco di Bruce merita un onesto 6,5/10 e che nessuno osi neanche a paragonare Only the strong survive alle Seeger session, ve lo chiedo per favore.

Cotto ed imbucato

Adieu

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