Tra i capolavori del metal degli anni 90 non possono che rientrare i primi due album dei Brujeria, in particolare il secondo lavoro "Raza Odiada", gradita conferma ancora più groovy e malata del marcissimo debutto "Matando Gueros".

La copertina è una sorta di dichiarazione di intenti sotto il profilo lirico, i Brujeria parlano chiaro e dicono subito da che parte stanno e chi esalteranno nel corso delle quindici tracce, con tanto di pipa, passamontagna e sguardo intenso verso il sol dell'avvenire fa la sua porca figura il Subcomandante Marcos, leader dei rivoluzionari zapatisti del Chiapas.

Non solo politica e rivoluzione nella musica dei Brujeria ma anche narcotraffico, prostituzione, anti-cristianesimo, come ho scritto nella recensione degli Asesino, tutti temi molto difficili che vengono affrontati il più delle volte con una smaccata ma incisiva satira umoristica.

Musicalmente "Raza Odiada" è un riuscitissimo mix di sfuriate grind, attitudine punk-hardcore e cadenzati mid-tempos death metal pregni di violenza, odio e rabbia, frutto dei colpi di genio dei membri che si, sono mascherati e si attribuiscono nomi inventati di presunti narco-trafficanti messicani ricercati dall'FBI (questa era la storia che circolava prima della rivelazione delle identità dei musicisti proprio nel 1995 anno di uscita di "Raza Odiada"), ma che sotto le mentite spoglie sono tra i nomi di spicco del metal mondiale : Dino Cazares (Fear Factory), Shane Embury (Napalm Death e mille altre band), Raymond Herrera (Fear Factory), Billy Gould (Faith No More), sconosciuti ai più solo il bassista (che da il suo contributo anche alle backing vocals) Fantasma e i due cantanti Pinche Peach e Juan Brujo.

La title-track iniziale è un tozzo death-groove metal che ha il compito di accusare sulla pubblica gogna il senatore statunitense e repubblicano Pete Wilson (il cui nome viene scherzosamente modificato in Pito, senza che spiego il significato in spagnolo no?) strenuo oppositore dell'immigrazione messicana e relatore di proposte al Congresso dai connotati razzisti, quale ospite poteva figurare meglio se non Jello Biafra? Il leader dei Dead Kenendys imita la voce di Wilson in una introduzione di solo parlato alla canzone vera e propria.

Su coordinate groove anche la bellissima "Henchando Chingasos" oppure l'accoppiata "Revolucion"/"Consejos Narcos" la prima un convinto elogio all'EZLN e ai movimenti rivoluzionari di stampo comunista in generale (ricordiamo comunque che nel successivo "Brujerizmo" del 2000 i Brujeria puntarono il dito anche contro il Regime Cubano con "Anti-Castro"), la seconda una divertita ed ironica canzone sulla droga e sui narcotrafficanti.

Più sostenuti i ritmi e più semplici le soluzioni musicali nelle canzoni della parte centrale dell'album più hardcore-oriented già anticipate nella seconda traccia "Colas De Rata" come "La Migra", "Almas De Venta", "Los Tengo Colgando" o "Sesos Humanos" con l'eccezione di "Le Ley De Plomo" che recupera il groove della prima parte ; Death Metal più cadenzanto, oscuro e quasi sulfureo (un pò alla Morbid Angel) sul finale con la claustrofobica "El Patron" (quasi un grido disperato appunto al Padrone rappresentato come figura di oppressione), "Hermanos Menendez", "Padre Nuestro" e la conclusiva e prolungata "Ritmos Satanicos".

"Raza Odiada", come il suo precedessore "Matando Gueros" non rappresenta certo l'attitudine più filo-mainstream (sempre se di mainstream si può parlare) del successivo (comunque bellissimo) "Brujerizmo" (lo stesso Shane Embury ha dichiarato che in quest'ultimo Cazares aveva portato la band su coordinate "troppo Fearfactoryane") ma al contrario è un disco ostile alle classifiche, di nicchia che però non può mancare nella collezione di ogni buon ascoltatore di metal estremo.

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