E c'è l'epitaffio cazzone dell'amico poeta Clodoaldo al funerale di Vadinho che vale lo scanner senza rimpianti di uno spaccato di vita multitasking del vizio all'insegna di una puntata al buio e o la va o la spacca: "Mai un altro verrà così amico delle stelle, di dadi e di puttane. Sono in lutto i giocatori e le negre di Bahia. Un minuto di silenzio in tutte le roulette, bandiere a mezz'asta sui tetti dei nostri casini, un singhiozzo disperato di culi sgomenti". DI CULI SGOMENTI!, ma vi rendete conto?!?
E la sensualità travolgente di Sônia Braga che a vederla così sembrerebbe pure bruttina ma che se poi ti fa un cazzo così che le vuoi dire? Ma non tanto dalla voglia di chiavarla, quanto il desiderio di copulare per ingravidarla.
E, candida Flor, scopre attraverso le frizioni del marito puttaniere e incallito giocatore che la zona del piacere in una donna è vicinissima a quella del dolore e dunque ben vengano i mammasantissimi (figli di puttana...) che scaldano torridi orgasmi in brode di fughe al casinò, ritorni in mutande dopo aver perso tutto, tradimenti a iosa e mignotteria varia.
E ce se ne accorge quando? Quando Vadinho schiatta nel bel mezzo di un suo ennesimo eccesso durante il carnevale di Bahia: fegato ingorgato, reni ingrippati, cuore che perdeva colpi, i polmoni poi... è il referto del decesso. E la vedova dopo aver consumato il lutto accetta la corte del farmacista Teodoro indi la sua proposta di matrimonio.
Ma la sorpresa di constatare la staticità della sessualità del nuovo "bravo" consorte spinge a un richiamo inconsapevole ma desiderato dello spirito del primo marito che si presenta astralmente sempre nudo e vuole soddisfare scostumatamente, come faceva in vita, i "calori" della moglie. Una psiche complementare? Vaneggiamenti femminili? Un capriccio di quei voodoo verde-oro che noi dell'emisfero sopra l'equatore non possiamo capire? Una volontà che supera il visibile?
Cosa fa si che quel "pezzo di merda" tanto caro possa tornare di qua? Fatto sta che ritorna e solo Donna Flor lo vede e lo "sente", solo lei. Chi è che diceva che le donne devono essere prese, non comprese? Dopo un po' di tira e molla del ménage a tre, frastornata dai sensi di colpa, per non capitolare sessualmente alle avances del "fantasma", Flor chiede aiuto ad un rito candomblé per potersi liberare dall'entità...
La fine del film all'uscita dalla messa, sulle note di O que será, è magistrale e trasporta in quelle vie infinite del Signore dove tutto è possibile e ci commuove nella sua compassione nel voler fermare, anche solo nella fantasia (ma chissà) la ruota della vita e della morte.
E io nel '99 ci sono stato a Salvador de Bahia, l'ho fatta quella salita-discesa che porta alla piazza principale con quelle case colorate... Lavoravo come cameraman e fonico per una trasferta di girati carioca e dopo Rio eravamo arrivati lunedì a Bahia e la sera, usciti per vedere il famoso movimento danzereccio del luogo, constatavamo che in giro non c'era molta gente, diciamo che non c'era praticamente nessuno.
E l'indomani, tra capoeire caipirinhate, capimmo che il lunedì era il giorno di riposo di una settimana di feste continue che da martedì a domenica saggiammo lavorando per le riprese nella bolgia: una folla oceanica riversata nelle strade, nei locali, sulla spiaggia che a ritmo incessante della musica scandiva una noncuranza per il futuro palesata da una saturnalia equatoriale che non contemplava il domani.
E io l'ho visto Vadinho, e Donna Flor in quella sarabanda, in quel carnevale infinito.
“O que será que será...
o que não tem certeza, nem nunca terá
o que não tem conserto, nem nunca terá o que não tem tamanho..."
Che saudade ragazzi...
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