Tre saggi della maestria orchestrale di Bruno Maderna sono presenti in questo cd, che raccoglie brani appartenenti agli ultimi anni di attività e di vita del compositore veneziano. "Quadrivium" del 1969 è un pezzo per 4 percussionisti e 4 gruppi orchestrali: oltre che al numero 4, il titolo allude alla classificazione medievale delle scienze, in cui la musica era in compagnia di aritmetica, geometria e astronomia. Ma allude anche a sezioni aleatorie del pezzo (governate cioè da decisioni casuali) in cui il direttore d'orchestra ha facoltà di variare le entrate dei quattro gruppi e di prendere decisioni estemporanee, come quando ci si trova di fronte a un incrocio di strade, un quadrivio appunto.

Questi 36 minuti di "Quadrivium" sono intensi e suggestivi: le percussioni sono protagoniste sia nella componente "rumoristica" degli strumenti ad altezza indefinita, sia nei timbri intriganti di xilofoni, vibrafoni, marimbe, glockenspiel e campane tubolari (ciascuno di essi, in organico, in numero di due). Il resto dell'orchestra è trattato a macchie di colore per cui, di episodio in episodio, risuonano le diverse famiglie strumentali, per esempio archi oppure ottoni, mai mischiate l'una con l'altra ma in primo piano da sole, sia pure per brevi intermezzi. Magico il lungo finale, caratterizzato da un ostinato cluster degli archi nel registro acuto che negli ultimi dieci minuti del brano costituisce lo sfondo sonoro su cui si agitano gli ultimi richiami delle percussioni e poi dell'arpa, fino a conclusione.

Troviamo la stessa vivacità stilistica nei più brevi "Aura" (16 minuti) e "Biogramma" (14 minuti), entrambi del 1972. Nel primo è il colore diafano degli archi a rubare la scena, con ben 54 strumenti suddivisi in sei gruppi, mentre le percussioni hanno un ruolo complementare; nel secondo, il tessuto musicale è più nervoso e frammentato, con l'uso frequente di pause a sottolineare l'articolazione interna del pezzo.

Questo cd contiene dunque tre riuscite testimonianze della presenza di Maderna nella musica italiana di ricerca a cavallo tra anni '60 e '70. E può rappresentare una buona occasione per riscoprire questo compositore di cui oggi si sente parlare di rado, ingiustamente.

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