Si sa il lupo perde il pelo ma non il vizio e d´altronde il buon Bryan é uno che nel vizio ha sempre amato sguazzare.
Cosí non contento di averci deliziato i padiglioni auricolari tramite i maliziosi avant-glamsters Roxy Music che, partiti dai fasti sperimentali con Brian Eno, erano poi approdati verso lidi piú mainstream capaci di produrre comunque buoni (Siren) e ottimi (Avalon) album, ma anche dischi decisamente meno ispirati (Flesh+blood, Manifesto); allo scioglimento di questi ultimi decise di proseguire nella sua carriera solista.
Carriera solista a dire il veró giá avviata in precedenza mentre ancora militava all´interno della band, una carriera sempre all´insegna di un sensuale art-pop/rock di classe capace di regalare agli appassionati bei momenti (in particolare Boys and girls).
Facciamo un salto in avanti ed eccoci arrivati al 2010, quando dopo 18 anni dall´uscita di Avalon, l´epitaffio dei Roxy, esce quello che doveva inizialmente proprio essere una nuova a nome della ex-band del buon Ferry, nonché probabilmente la sua migliore pubblicazione solista dal giá citato „Boys&Girls“.
L´album, che spicca anche per la quantitá nonché qualitá delle collaborazioni (tra gli altri Brian Eno, Scissors Sister, nonché membri di Radiohead, Eurythmics e Roxy Music) riprende senza strappi il discorso iniziato dai Roxy del secondo periodo. Tra l´altro si segnala anche il gradito ritorno alle tipiche copertine ammicanti con sventolona di turno (questa volta é il turno di Kate Moss) pronta ad ammaliare noi maschietti con le sue grazie.
I pezzi sono tutti di ottima fattura e non devono temere il confronto con le ultime produzioni della band e scorrono via piacevoli e senza intoppi, nella loro giocositá e ricercata eleganza (da segnalare anche una cover di Tim Buckley e una dei Traffic). Certo si potrebbe obbiettare che questi brani non aggiungono nulla di nuovo a quanto detto in passato e criticare la „frivolezza“ di questo pop che cerca di mascherarsi da musica „intelligente“, ma da buon dandy e uomo navigato qual é il buon Ferry ci ha fornito l´equivalente musicale di una raccolta di aforismi, che piú che ad una reale „profonditá“, mira a stupirci ed intrattenerci, facendocene apprezzare l´eleganza e l´arguzia.
Un disco insomma che non rivoluzionerá la musica ma che mostra come un lupo, seppur invecchiato, sia ancora in grado di mordere e di come l´esperienza di un veterano possa dare lezioni di stile a molti sbarbatelli che girano oggigiorno.
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