Campione di incassi, successo stratosferico, premi Oscar, un caos che non finiva più. Ebbi occasione di vederlo al Cinema, e non mi convinse del tutto. Mi fu regalato ad un compleanno il DVD, visto che pur non definendomi un fan dei Queen posso dire di esserci comunque cresciuto, e devo a loro in parte il primo timido approccio musicale verso lo sconfinato universo musicale. Se alla prima visione ho distorto il naso più di una volta, quando lo vidi in DVD mi sono promesso di non volerlo più ritoccare per il resto della mia vita.

"Bohemian Rhapsody" è un film bocciato, che nel suo essere mediocre pretende di essere più di quel che è. Normalmente mi divertono i film biopic musicali, fermo restando che pochi di questi considero a mio avviso riusciti nella loro costruzione, e sopratuttto nella fedeltà del personaggio. "Walk the line" e "Jersey Boys" sono alcuni di questi, passando per film come "The Doors", che benché avesse la mano di Oliver Stone, il personaggio di Jim Morrison si è rivelato nell'insieme un po' troppo macchinoso e poco interessante, seppur Val Kilmer ce la mise tutta per il ruolo. Questo Freddie Mercury, interpretato da un Rami Malek fresco di successo Hollywoodiano, riesce addirittura ad essere ancora peggio. Non contesto tanto l'interpretazione di Malek in sé, poiché sia un attore come un altro alla fine; contesto il fatto che il personaggio sia stato trattato senza personalità, senza un briciolo di amore nei suoi confronti. La profondità del film si basa semplicemente in una forma composta da stereotipi brutti, noiosi e vecchi, che come sceneggiatura sembra di tornare indietro di cinquant'anni rispetto ai tempi moderni. Il fatto che il mcguffin dell'intera pellicola ruoti attorno al fatto che Freddie fosse gay, e che prende una piega reazionaria in cui questi diventa sempre più stronzo e antipatico nei rapporti con tutti...è tristemente già visto e ritrito. Pare una di quelle commedie americane moraliste e forzate degli anni Novanta, costruite per funzionare verso un pubblico da sensibillizare dai luoghi comuni, così come altri film reazionari del calibro di "Soldato Jane", in cui si cerca di deviare le critiche di violenze nei corpi dei marines con una furba giustificazione nei confronti del femminismo. "Bohemian Rhapsody" è questo sul piano concettuale, un film indietro di trent'anni che di rock e di memorabile ha quasi nulla.

Tralasciando il fatto che il flm sia storicamente fasullo, senza stare qui ad elencare tutte le date o ci metterei le ore, Singer stesso lo ripudiò e fu cacciato per problemi di discordia, probabilmente perché si rese conto di dove stesse andando a finire ciò che stava girando. Dexter Fletcher concluse il lavoro, non salvando praticamente nulla anzi, portando a termine il compitino in maniera scialba e poco interessata, se non esclusivamente ai cashi. Il finale del Live Aid, per quanto possa essere stato ricreato molto bene, si è rivelata una scelta completamente inutile. A che scopo occupare venti minuti finali per ricreare un concerto, quando si poteva tranquillamente recuperare il DVD del live integrale e vedere i veri Queen sul palco al posto di un gruppo di attori? Quei venti minuti non potevano essere sfruttati meglio, per esempio menzionando momenti interessanti della band sul piano musicale e discografico? Banalmente non vengono menzionate le carriere solistiche degli altri membri in contemporanea con quella di Freddie, non vengono citati i primi album, la colonna sonora di "Flash Gordon", l'incontro con David Bowie, o semplicemente il passaggio culturale della musica e del costume anni '80 delle band rock, che si convertì in produzioni dettate dalle drum machine e da prepotenti synth a dominare le atmosfere (cosa che i Queen fecero tra i primi). Invece ci dobbiamo poppare quaranta minuti con Freddie e il rapporto tira e molla con il produttore stronzo, la ragazza che si mette con un altro ma è ancora interessata a lui, insomma robe a cui non frega a nessuno, se non ad un pubblico interessato esclusivamente al gossip, alle trame soporifere e ai luoghi comuni raccontati con un moralismo da soap opera. E siccome la maggior parte della massa è chiusa e ferma su questi valori ed ideali, il film furbamente punta su questi aspetti. Questo perché "Bohemian Rhapsody" non è un film per i musicisti. I musicisti non solo lo odieranno per come vengono stuprati i Queen, ma non ci troveranno nulla che possa portare curiosità e interesse su questo aspetto; unica sequenza in cui si nota un piccolo spiraglio rimane forse nella creazione in studio di "Seven Seas Of Rhye", in cui si rivive lo studio degli anni settanta con i nastri incollati. Per il resto è un film studiato letteralmente per i fan medi dei Queen, quelli convinti che Freddie Mercury sia il più grande cantante della storia, e che dovrebbero essere incazzati del risultato più di chi i Queen non li sopporta. Un film che pretende di puntare sullo scorretto per mezzo del tema omosessualità, ma che di scorretto non ha nulla. Non c'è droga, non c'è sesso, non c'è cattiveria, il tutto risulta talmente patinato e patetico da dare il voltastomaco, e il buonismo regna sovrano per tutta la durata della pellicola.

Il cast di attori pur non passando troppo inosservati (Brian May è identico) vengono ridotti quasi ad una parodia di loro stessi, a cominciare dallo stesso Malek. Un Freddie scritto in maniera talmente caricata che pare un supereroe Marvel con la profondità di un romanzo di Fabio Volo: basti pensare la scena iniziale del litigio col padre, roba che manco gli sceneggiati biopic della Rai. Mike Myers si occupa del cameo di un produttore (fra l'altro di pura invenzione) che ha bocciato "Bohemian Rhapsody", giusto per citare il suo ruolo nella commedia "Fusi di testa". Niente di memorabile, ma se non altro fa strappare qualche sorrisetto, grazie anche al doppiaggio di Pino Insegno. Di questa accozzaglia di pretesa e idiozia salvo nel bene o nel male la colonna sonora, in primis l'apertura con "Somebody to love" che sembrasse annunciare un bel film, cosa che invece a parer mio non si è rivelata.

In conclusione se siete amanti dei Queen e della loro musica recuperatevi il DVD "Live Aid", o banalmente guardatevi i documentari su Youtube sulla biografia di Freddie, tempo sicuramente speso meglio che guardare per due ore questo giocattolone chiassoso e stupido di "Bohemian Rhapsody". E se cercate un film di vero sesso, droga e rock'n'roll, che sappia di realismo e soprattutto di fedeltà nei confronti dei personaggi e dei fatti, recuperatevi "The Dirt" dei Motley Crue. Non sicuramente un film riuscito del tutto, ma che dalla sua risulta sicuramente più credibile e maturo di "Bohemian Rhapsody", sperando che a nessuno venga in mente di farci anche un ipotetico seguito in cui Freddie si trova a combattere contro Thanos e compagnia bella.

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