Anno 2023: in un futuro distopico in cui le Sentinelle, robot senzienti programmati per sterminare i mutanti, hanno soggiogato l'umanità intera, un gruppo composto da Magneto e gli ultimi X-Men sopravvissuti (tra cui un redivivo professor Xavier) si appresta a sorvegliare un monastero cinese in cui Kitty Pryde spedisce la coscienza di Wolverine indietro nel tempo, fino al 1973. L'obiettivo: impedire alla mutaforma Mystica di assassinare Bolivar Trask, creatore dei sopracitati e temibili automi, facendo in modo che la paura dei portatori del gene mutante non si diffonda e che il progetto Sentinelle non venga quindi mai approvato dal governo americano. Il tutto cercando la complicità dei giovani Magneto e Xavier, in quel periodo mai così distanti l'uno dall'altro.

Questa la premessa da cui parte e si sviluppa la trama di "X-Men: Giorni di un Futuro Passato", attesissimo settimo lungometraggio dedicato ai più famosi mutanti di casa Marvel a cui spetta l'arduo compito di risollevare le sorti della saga dopo un terzo capitolo godibile, ma non entusiasmante, due spin-off su Wolverine semplicemente imbarazzanti e il reboot "First Class" che aveva fatto intravedere qualche rassicurante spiraglio di luce. Un compito difficile dunque, che Bryan Singer, tornato a prendere le redini delle trasposizioni cinematografiche degli X-Men, svolge in maniera egregia, confezionando un film non privo di difetti, ma che si configura come uno dei migliori cine-comic degli ultimi anni. 

Alternando futuro e passato, con quest'ultimo a farla da padrone, la pellicola scorre infatti veloce nelle sue due ore e passa di durata, tra ottime scene d'azione e momenti più riflessivi, e per la prima volta nella saga ("First Class" escluso) non si assiste a una storia incentrata interamente su Wolverine, bensì a un film corale, in cui ogni personaggio ha un suo spazio per brillare di luce propria, indipendentemente dal tempo in cui lo si vede sullo schermo; merito anche dell'interpretazione del cast, che vede l'ormai storico Hugh Jackman, nei panni del mutante artigliato, condividere la scena con i bravissimi James McAvoy e Jennifer Lawrence (rispettivamente nei ruoli di Mystica e del giovane Charles Xavier) e l'eccellente Michael Fassbender, che nella parte del Magneto degli anni '70 sprizza carisma da tutti i pori, offrendo agli spettatori la migliore interpretazione della pellicola. Non meno lodevoli sono anche gli attori confinati in parti più piccole, tra cui Halle Berry, la cui Tempesta, pur in pochi minuti, dimostra finalmente di cosa è capace, Ellen Paige e i sempre superbi Ian McKellen e Patrick Stewart, nonché Peter "Tyrion Lannister" Dinklage nel ruolo dell'eccentrico Bolivar Trask, personaggio che, purtroppo, non viene approfondito a dovere, anche se, proprio grazie all'attore che lo interpreta, si salva dal diventare una semplice macchietta. Promossi a pienissimi voti anche il Quicksilver di Evan Peters, che se all'inizio aveva fatto storcere il naso un po' a tutti per il suo costume, si rivela, con la sua ironia, una delle trovate più riuscite del film, oltre a essere protagonista di una sequenza che da sola vale tutto il prezzo del biglietto, gli effetti speciali, di ottima fattura, e il look delle Sentinelle del futuro, che non piacerà ai cultori più accaniti del fumetto, ma che a conti fatti conferisce loro la giusta dose di aggressività e potenza. Infine, tra i nuovi mutanti introdotti, non si può non segnalare Blink, teleporta che molto probabilmente tornerà nei prossimi capitoli della saga e la cui capacità di creare portali è resa in maniera visivamente ottima.

"X-Men: Giorni di un Futuro Passato" è dunque un ottimo film, capace di intrattenere a tal punto da far trascurare i pochi difetti (nello specifico una caratterizzazione dell'America degli anni '70 un po' stereotipata e alcuni personaggi che potevano essere approfonditi di più) e generare una grande attesa per il prossimo film della saga previsto per il 2016, "X-Men: Apocalypse", con sempre Singer alla regia. Far meglio di così sarà dura, ma se il regista americano riuscirà anche solo ad avvicinarsi al livello settato da questa pellicola non avremo assolutamente niente di cui lamentarci.

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