Buckethead, per chi non lo conoscesse (e quindi quasi per tutti :) ), è uno strano chitarrista shredder che va dalla musica acustica al funk metal più energico, dalla dark ambient più oscura al progressive più strano e ridondante, e tra l'altro si mostra in pubblico mascherato e con ... ehm ... un secchio rovesciato in testa.
La sua discografia è enorme: dopo 30 album in studio negli anni 90', 2000 e primi anni 2010, nel 2011 inizia una serie di album a cadenza più o meno settimanale, i Buckethead Pikes . Già ha superato i 200 Pikes!
Comunque "Electric Sea" è il suo trentacinquesimo album, ultimo in ordine di tempo a non far parte dei Pikes ed uscito però dopo il quarto Pike.
Inizia con le quasi totalmente acustiche "Electric Sea" e "Beyond the Knowning", brani in cui le chitarre acustiche hanno il tempo di mutare il loro suono, attraversando diversi mood. Swomee Swan invece è per la maggior parte fatta da accordi di chitarra elettrica minimale e strappalacrime. Point Doom è una canzone con una chitarra classica velocissima, divertente e spagnoleggiante, solo al termine accompagnata dall'elettrica. L'atmosfera si fa tesa con El Indio, che termina con un assolo di chitarra elettrica da hard rock classico. A questo punto, l'album si caratterizza per tre cover di musica classica : "La Wally" di Alfredo Catalano, "La Gavotte" e "Backethead" di J. S. Bach. Le brevi e minimali "Yokohama" e "Gateless Gate" fanno da intro al conclusivo, emozionante omaggio a Micheal Jackson : "The Homing Beacon".
In conclusione, quest'album non è il picco di tecnica di Buckethead, che nonostante ciò dimostra che con un'acustica e pochi contributi dall'elettrica si possa fare molto. Non è neanche il picco emozionale, che forse troviamo in "Colma", ma non è lungi dall'esserlo.
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