The Buggles - "The age of plastic" (1980)
La sera prima della prima volta che vidi "Video killed the radio star" me la rifilmo ancora bene in mente: m'ero visto un micidiale spogliarello su GBR. Erano anni di musica e canzoni che incantavano: dalla radio, dalla televisione dal cinema, di dischi caldi, sigle di programmi, superclassifiche drogate e colonne sonore... Si volevano creare dei robotici bamboccioni... sempre appresso a look, musica, film e ragazze, basta che restino lontani dalla politica:beh in parte ci sono riusciti.
La generazione dei nati negli anni '60 e primi '70 è stata la prima generazione di bambini televisivi cresciuti e con migliaia di ore di televisione, di tutti i tipi, ore e ore di radio, juke-box, mangiadischi e quindi con diversi megabyte di memorie-mediali.
Ma la plastica era in agguato.
La prima volta che vidi "Video killed the radio star" me la rifilmo ancora bene in mente: era inverno, era autunno, boh, ma era iniziata l'era del sinth-pop: non ricordo bene le date, i luoghi; i prodromi c'erano già stati, eh sì, dal glorioso Brionvega Tesi, avevo già diversi piccoli flash che a quell'età puberale ti scioccano: fai zap, e da una tv privata improbabile dopo gli M con POP muzik, e another zap, compare la luna finta dell'infanzia sulle acque nere dell'intro di Vidiokild. Forse fu durante la superclassifica show, dopo che aveva presentato la palla parlante di dj.super x, ma quel motivetto e quel videofilm si stamparono nelle menti di tanti in quel periodo. il singolo schizzò in testa alle hit di tutto il pianeta. Rivisto oggi, ha ancora una certa attualità quel clip:ma allora non si capiva bene il suo significato apocalittico. Ma chi erano mai sti Buggles, e il protagonista l'occhialuto Trevor Horn?
In questo clip vi sono disseminati svariati simbolismi di quel culto dell'immagine che farà la fortuna degli anni 80. Infatti il video è proprio del 1980, anno in cui negli USA nasce MTV, la prima Tv che trasmette solo video musicali, e questo dei Buggles fu il primo ad essere trasmesso.
L'SMS morale è questo: la tecnologia dominerà il futuro che è alle porte, e questo processo non sarà indolore, rimpiangeremo i vecchi media analogici... la radio, il cinema -Elstree, Kid Dynamo-e con i nuovi media la fantasia e l'immaginazione andranno pian piano a farsi fottere, le macchine penseranno per noi. Il video, ossia la tv, ha ucciso la radio che la bimba protagonista ascoltava rapita sotto la luna mentre il cantante appare, sorta di fantasma degli anni 50; la radio esplode e porta la bimba in una sorta di viaggio nel futuro che arriva ad un super studio di registrazione -in Alabama studios recita la canzone-tra bobine di registratori Revox, tv color, videocamere e altre diavolerie; la bambina vede sé stessa come una donna- angelo spaziale, imprigionata nel plexiglass mentre il gruppo suona la canzone in un asettico studio televisivo tutto bianco. La regia è di Russell Mulcahy, futuro regista dei clip che decretarono il successo dei Duran Duran. E il computer ammazzerà la tv, pace.
L'album? Beh a suo modo è un concept album, technopop con arrangiamenti strepitosi per l'epoca: suona per gli amanti del genere... è futuristico, ma in fondo è pieno di tristezza per un mondo scomparso visto dalle lenti di una Camera. Dietro le elettroniche musichette cartoon dei Buggles c'è una profonda mestizia e uno sguardo languido rivolto al passato. Le anime di tanti di quel periodo sono rimaste ibernate ma intatte nel tubo di plastica di quel video. Ahu-a, ahu-a.
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