È difficile parlare di persone che hai "conosciuto" solamente sui dischi, di cui hai ascoltato mille volte la voce, i suoni... le emozioni, e poi d'un tratto te li ritrovi davanti, ci parli come parli ad uno dei tuoi migliori amici, parli di tutto, donne, musica, politica, con una naturalezza tanto disarmante quanto rinfrancante, che fa bene al cuore ed al cervello, se penso a quanti parrucconi girano in Italia, credendosi Jimi Hendrix o Jim Morrison.

Doug e soci sono delle splendide persone, prima di tutto. Giochiamo a pallone nel piazzale adiacente l'Estragon, sì anche gli americani giocano a pallone e Scott Plouf piuttosto bene; mangiamo con loro nel camerino e ci tratteniamo fino all'ultimo con Brett Netson (chitarra e rumori dei Caustic Resin oltre che quinto Built To Spill), tanto che devono venire a chiamarlo perché ora di salire sul palco.

Sono già a conoscenza della scaletta, che ho visto redigere nel pomeriggio, e quando salgono sul palco credo ingenuamente di sapere già cosa mi aspetta (forte del fatto di averli visti anche la sera prima al Rainbow di Milano), invece appena attaccano le note di "Goin' Against Your Mind" mi ritrovo spiazzato ed incredulo a fluttuare sulle note, con la morbida voce di Doug Martsch che mi culla nell'iperspazio. Intensi e precisi, snodano la serata attraverso cavalli di battaglia consolidati come "Car", "Time Trap", "Conventional Wisdom" o "Center Of The Universe" (nel finale Doug rompe una corda e gli altri quattro iniziano una progressiva distorsione del brano, permettendogli di riparare lo strumento e tornare in pieno vortice sonico); o perle prese dal cassetto delle meraviglie dei Built To Spill, come la straniante "Nowhere Nothin' Fuck Up", la obliqua "Virginia Reel Around" o la morbida "Distopian Dream Girl". Grandiosi, come grandioso è il finale, dove la splendida "Randy Described Eternity" viene dilatata a dismisura per un finale di lancinanti distorsioni catartiche, che ti riconciliano con il mondo che ti sta attendendo fuori, e che non promette niente di buono.

Sono in macchina per il lungo viaggio di ritorno, e non posso fare a meno di pensare che tutto ciò che mi aspettavo dall'incontro con queste persone, e che non era neanche minimamente vicino a ciò che è stato... un grazie di cuore.

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