"The moment "after apnea" is the most painful. Air burns like fire, entrails scream. Breathing is so difficult that any driving vital force is apparently overwhelmed by the temptation of letting yourself fall deep down in water, the same water that has enveloped, warmed and blinded us throughout our life. Through fears, conflicts, uncertainties and discomfort, "Dopo l'apnea" tells of a journey that leads nowhere, but which finds its meaning in its own becoming."
-Dalla pagina Bandcamp di "Dopo l'Apnea"
Da La Spezia, i Buioingola, emergono dalle profondità tirando fuori dal cilindro un debutto fenomenale: "Dopo l'Apnea". Un vero gioiello dell'underground italiano tutto, dotato di un concept complesso ed ambizioso e di suoni personalissimi. Strano, atmosferico, cupo e magnetico. Difficile riporre questi 35 minuti entro confini ben delineati, la miscela di sonorità è di quelle perfette, così ben amalgamate da non poterle scomporre. Generi e suoni vengono messi in uno spazioso calderone dove, ribollenti, si mischiano così tanto da formare una nuova sostanza, una materia esistente a priori che non ha parti da assemblare.
L'incipit di questo viaggio senza meta, il cui significato non ci è dato sapere, inizia con un tappeto di rumore "dronico" che è sfondo di un campione audio preso da "Staker" di Andrej Tarkovskij, preludio di un'atmosfera densa, enigmatica e nebulosa. Ci si rende conto che si sta affogando e che quell'affogare è la vita stessa. L'oceano è popolato da fantasmi, i demoni delle profondità trascinano giù le loro vittime.
Dal tappeto Drone, si innalza un imponente monolite che, impenetrabile e minaccioso, assorbe la luce.
Una voce distorta risale da un qualche abisso:
"Accoltellarti
solo per leccare le ferite
Tento di disarmarmi
serbando le lame fino alla prossima volta"
Si potrebbe parlare di una contaminazione estrema tra un elenco di generi ma sarebbe meglio parlare di un unico marasma sonoro disorientante ed imponente che dopo una inesorabile e lenta colata di note scomposte e intransigenti, porta ad un finale soffocante e inquieto:
"Ho paura che i polmoni
si trasformino in branchie,
perchè è solo il dolore
che mi ricorda l'inizio,
è solo il dolore
che mi ricorda la fine."
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