Molti diranno che sei hai raggiunto l'apice la prima volta, è praticamente impossibile che tu ci riesca anche al secondo tentativo. Ed in parte è vero: trattandosi di Bungie Studios, e quindi nientepopòdimeno che della serie di "Halo", per moltissimi appassionnati il primo, indimenticabile capito rimane ancora l'apice di una serie che non sta smettendo di battere record ancora oggi (guardatevi i dati di vendita di "Halo 3" e "Halo: Reach"), nonostante i quasi 10 anni dalla sua prima, epocale, uscita.
Troppo coinvolgente, troppo innovativo, troppo "avanti": proporre un degno seguito a quello che fu "il gioco" della generazione 128 bit era molto più che un azzardo, e non sono pochi coloro che oggi considerano quello che poi fu semplicemente chiamato "Halo 2", un semplice "Halo 1.5" con pesanti migliorie grafiche, qualche differenza nel gameplay e un'esplosiva modalità Live. E detto ciò, a costo di attirare le ire di decine di hardcore gamer, metterò in chiaro una cosa: io non sono d'accordo.
"Halo 2", per me, non solo rappresenta finora il miglior episodio della saga Bungie e uno dei migliori FPS finora usciti su console, ma un'autentica opera d'arte a tutto tondo, un'esperienza sensoriale completamente unica che è stata in grado allo stesso tempo sia di ripagare aspettative colossali che di portare gli standard di un intero genere a livelli fino ad allora impensabili, un'evento di proporzioni bibliche comparabile soltanto a quello che successe su PSone con "Resident Evil 2", all'unanimità considerato il capolavoro della saga. E non potrebbe esistere paragone più azzeccato: durante il gioco ciò che veniva proposto o semplicemente accennato nel primo episodio questa volta è sfruttato all'ennesima potenza dando al giocatore la possibilità di immergersi in un intero mondo appositamente creato per l'occasione.
Una colonna sonora imponente, composta ed arrangiata da musicisti di fama internazionale, tra cui Incubus, Breaking Benjamin, Jonathan Davis, Steve Vai, una giocabilità ancora migliorata rispetto al primo episodio, come per esempio la possibilità di rubare veicoli in movimento ed impugnare più di un arma contemporaneamente, un'intelligenza artificiale sia dei nemici che dei personaggi alleati a dir poco strabiliante per l'epoca (si ha l'impressione di essere circondati da persone in carne ed ossa) ed un sapiente uso del motore fisico Havoc 2, per non parlare della controparte multiplayer (la più vasta, variegata e completa mai vista fino adesso in un videogioco: solo recentemente Bungie è stata costretta a chiudere i server online, dopo quasi 6 anni dalla sua uscita, e scusate se è poco...), dell'incredibile longevità dovuta alle tonnellate di segreti, easter eggs (e teschi!) sparsi per i livelli, oltre al superbo motore grafico completamente in real time che sfrutta al 100% le potenzialità dell'allora avanzatissimo engine Xbox.
Ma se già tutto questo basta per fare di "Halo 2" un degno successore del suo illustre predecessore, è con la trama che secondo il sottoscritto si raggiunge il picco massimo: coinvolgimento, sorpresa, amarezza, sconforto, riflessione, malinconia, in poche parole, pura emozione. Dotato di uno dei finali più chiaccherati e controversi della storia dei videogiochi e di uno dei più sconvolgenti colpi di scena che potreste trovare in un titolo del genere, "Halo 2" è stato più di tutti il titolo che ha rappresentato la mia adolescenza, l'ultimo vero videogioco a cui mi sento "spiritualmente" legato, che mi ha regalato tutto quello che un videogame dovrebbe dare a chi non bazzica più l'età dell'innocenza: quel genuino senso di stupore che col passare del tempo tutti noi perdiamo, confrontandoci con una realtà sempre più amara.
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