Qualche fortunato si ricorderà dei diciotto minuti di collaborazione tra Burial e Four Tet: Moth e Wolf Cub. A marzo 2011 il progetto è ritornato, ampliandosi a tre membri con l'arrivo dell'onnipresente Thom Yorke dei Radiohead. Ego e Mirror, due tracce da sei minuti ciascuna per poco più di tredici minuti, stessa assenza di copertina ed informazioni, sempre assolutamente introvabile. Solo Burial, Four Tet e Thom Yorke.

L'amalgama Burial/Four Tet diventa ancora più densa: se nel capitolo precedente si riconosceva ancora il predominio di uno sull'altro, qui diventa tutto più omogeneo: Four Tet impreziosisce, leviga, ingentilisce; Thom Yorke ricama soffuse linee vocali; Burial la fa da padrone. Per quanto possa sembrare lecito nel caso di due soli pezzi, una descrizione traccia per traccia di Ego/Mirror è inadeguata: due pezzi omogenei, da ascoltare di fila; complementari, uguali ma non identici, simili ma diversi.

Se i nove minuti di Moth erano la discesa svolazzante d'una falena in profondità ovattate, i tredici di Ego/Mirror sono una buia stanza piena di specchi e luic cieche. I diversi contributi si distinguono ma si amalgamano alla perfezione: inconfondibili le ritmiche di Burial, la produzione ed il basso pulsante, le melodie sintetiche di Four Tet e la voce soffusa di Thom Yorke, che danza gentile e suadente senza mai prepotente o eccedere.

La qualità è ancora una volta elevata e tutto è al posto giusto. Non sarà eclatante come Moth/Wolf Cub ma per meno di un quarto d'ora di grande dubstep non serve farsi troppi problemi.

Ascoltatelo.

Carico i commenti...  con calma