Mi sembra strano non ci fosse nessuna recensione per questo disco, allo stesso però è un grande piacere ed onore per me recensire questo disco per primo.

Credo che gruppi come i Butthole Surfers non abbiano bisogno di presentazioni, fanno parte di quei gruppi unici, quasi inclassificabili. Il gruppo è formato da Gibby Haynes (voce), Paul Leary (chitarra) e King Coffey (batteria).

Parlando del disco, questo è l'ultimo disco da loro pubblicato (risalente al 2001), anche se sono ancora in attività oggigiorno. Il disco si apre con la title-track "The Weird Revolution", un brano più parlato che cantato con un buon background di parti di batteria groovy, basso pompante e chitarre distorte, riverberate e soffocate; "The Shame of Life" è forse una delle mie preferite del disco: parliamo di strofe rappate e ritornello melodico con chitarre dal sound heavy e corposo; segue "Dracula from Houston", forse il brano più conosciuto ed easy-listening del disco, altra mia preferita del disco: ritornello molto orecchiabile e chitarre dai tratti Surf e con reminiscenze Funk (forse è solo una mia impressione); "Venus" si presenta come un brano carino ma non il migliore del disco, influenze psichedeliche si possono notare sulle parti di sitar; segue "Shit Like That" dove sulle strofe Gibby si sfoga cantando come un pazzo, ritornello con chitarre soffocate al massimo e distorte e scratches; arriva il momento di "Mexico": traccia dal sapore arabo, molto psichedelica; su "Intelligent Guy" si da spazio a delle parti cupe sulle strofe ma più solari sul ritornello, parti di chitarra molto incisive; "Get Down" presenta invece delle sonorità molto elettroniche per tutta la canzone, con un basso che pompa quasi sempre la stessa linea, molto divertente e interessante come brano; su "Jet Fighter" è in primo piano la voce di Gibby, una traccia dal mood molto sciallo & calmo, bellissima; "The Last Astronaut" presenta una melancolica parte di pianoforte che viene portata avanti per tutta la canzone mentre quella voce distorta sembra racconti una storia triste, di morte forse; siamo arrivati alla penultima traccia "Yentel", brano molto atmosferico che ricorda le sonorità Downtempo; ultima traccia s'intitola "They Came In", chitarra molto presente, batteria e basso lineari, parti incisive di sintetizzatori verso la fine, tra i brani più belli dell'album... per concludere in bellezza.

Un gran disco questo, che presenta tutte canzoni con stile diverso (caratteristica del gruppo). Spero vivamente che i Butthole Surfers tornino con un nuovo album, intanto da quest'ultimo son passati 12 anni... staremo a vedere, non disperiamo.

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