White trash.

Rifle a pallettoni; whiskey e tabacco da masticare; cappello per la domenica, cappellino ford per la settimana; stivali, cintura con fibbione; jeans, solo esclusivamente jeans. In god, they trust.

Fiumi, campi di granturco e di cotone. Fango. Alligatori, maiali, branchi di cani e fango. Melma, per la precisione.

La Carolina del nord, patria dei Buzzov*en non è proprio il miglior vivaio di bifolchi bianchi, ma non è nemmeno Wall Street. Forse – o spero - per gioco, si crea alla perfezione il suono che meglio descrive tale razza di persone, nonché gli ambienti in cui viene coltivato. Sarà che i ragazzi abitano vicino al Cape Fear.

E non c’è stereotipo di white trash senza violenza. Che sia sulla moglie, sul ne(g)ro più vicino, sul forestiero o sugli animali del bosco. Di una cosa i Buzzov*en sono certamente campioni: rendere su copertina cosa troverai nei dischi. Questa riedizionecon qualche taglio e due aggiustatedei primi due dischi, sono solo Mazzate. Lenta, potente, precisa ed ininterrotta serie di mazzate, sino ad avere le bolle sulle mani.

I primordi dello sludge in due dischi al prezzo di uno, per di più in nice price. Successivamente avverranno anche avvicinamenti al metal più stonerizzato, qualche dilatazione in più ed una resa ancora più melmosa del suono. Ma le mazzate che ci son qui, le puoi ritrovare solo in Art Of Self Defense. Anni ed anni più tardi, neanche così tante e non tutte così violente.

Per cui: Ladies & Gentlemen, Welcome to Violence. Anche se il vero benvenuto sarebbe stato riuscire a vedere questi quattro coglioni dal vivo - forse l’esperienza più terrifico\esilarante della vita – ci si accontenta di una campagna, l’accetta di nonno col manico in castagno, e la legna da spaccare per il lungo inverno alle porte.

Non c’è mai un alligatore a cui sparare, quando ti serve davvero.

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