We Were The Sun. Eravamo il sole. Francamente non ho idea di cosa voglia dire questa frase nè penso che sia così necessaria una spiegazione razionale, per un semplice motivo: Bvdub è un poeta. Deve essere un poeta, per forza. E la cosa buffa è che, pur non capendo un tubero di poesia, ho cominciato a crederlo a partire dal semplice ascolto del disco, che per la cronaca, se proprio è necessario si potrebbe definire di "drone-ambient". Poi ho cominciato a leggere bene i titoli dei pezzi e ho fatto appunto un giretto sul suo space, dove infine alla voce "influenze" tutto è quadrato. Cito testualmente quali siano le influenze di questo simpatico quanto sconosciuto artista: Sadness, Idealistic Daydreams, Regret, Thought, Hope, Life. Proprio quello che ti risponderebbe un maledetto poeta (o un poeta maledetto) se gli venisse chiesto, per l'appunto.

Chiaramente le "poesie" di tale Brock van Wey, statunitense a cui San Francisco andava tanto stretta da volersi trasferire in Cina per un pò, non lo sono certo in senso letterale, ma piuttosto ideale. Ognuno dei sei pezzi presenti nell'album sembra nascere da una ispirazione sublime, e mira a sublimare questa ispirazione. La musica di Bvdub, o almeno in questo suo progetto pubblicato sulla sua stessa label -"Quietus Recordings"- (un nome che dice già tutto) parte da un semplice Drone per svelare in seguito, tramite l'ausilio della progressiva stratificazione sonora e della "catarsi ipnotica", la bellezza e la semplicità di una emozione. Una qualsiasi. "From Here We Go Sublime", direbbe un certo musicista svedese. E Perchè ciò avvenga occorre, oltre al tocco magico di una persona dalla spiccata sensibiltà, anche che il tempo diventi relativo. Come ogni artista veramente valido, infatti, Bvdub è in grado di "bloccare" il tempo e piegarlo al suo volere, di modellarlo. Così le note scorrono all'infinito e non occorrono particolari variazioni armoniche se basta l'inserimento di nuovi droni, come una chitarra, una tastiera, vocalizzi che si rifrangono e cori eterei, a far decollare il pezzo nel cielo più azzurro che esista, il tutto senza che possiate rendervi nemmeno conto che, ad esempio, solo i primi tre pezzi si prendono complessivamente una cinquantina di minuti.

"We Were The Sun" è un disco semplicemente fantastico. A seconda dell'ispirazione da cui derivano, alcuni pezzi suonano malinconici, altri misteriosi, altri incredibilmente sereni, ma comunque tutti profondissimi. Non ho idea del perchè sia stato stampato nel 2009 in sole 300 copie, ma tant'è. Ora non mi resta che augurare a tutti buon ascolto e approfondire io stesso la carriera di questo Artista. Sono sicuro che mi darà ancora tantissime soddisfazioni.

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