Violenza. Pura violenza. E' forse il sostantivo che più si adatta a questa ennesimo capitolo della discografia della Death band dalle origini bresciane. Il disco è un concentrato purissimo di rabbia e sfogo, ogni traccia ci lascia a bocca aperta per la spettacolarità delle emozioni liberatorie che racchiude all'interno.
Ai deathsters questo disco non può che piacere: siamo su un Metal brutale, a tratti growleggiante, con ritmiche incalzanti, che poco hanno a che fare con il Brutal classico (Cannibal Corpse, Suffocation e compagnia bella). Le dinamiche del disco sono certamente molto interessanti e piacevoli, e gli strumenti sono suonati con gran classe. La batteria ricorda vagamente delle accordature punkeggianti (come "Duemilatre" degli Skruigners), ma si stanzia su dei grandi ritmi Death, anche se utilizza in maniera ridotta il tanto caro doppio pedale, a favore di ritmi nuovi e freschi. Il basso è strettamente legato alla batteria, ed aiuta notevolmente nelle traccie. Le due chitarre, sono senza dubbio ottime: battono su riff a gran velocità, dalla notevole potenza, suonati con grande abilità, e sono caratterizzate da distorsioni aspre, ma dalle tendenze tonde. Ben fatte. La voce è spettacolare: in tutto il disco gioca su due toni; il classico growl, molto cupo (che ricorda vagamente quello di Barnes, al periodo dei Cannibal Corpse), ed uno scream feroce e liberatorio (che, a tratti, ricorda vagamente il black di gruppi come Gorgoroth, Mayhem ecc...). E' proprio la voce, che tende a far catalogare i Cadaveric nel limbo del Death/Grind.
Come detto prima, ogni traccia è stupefacente. Il disco si apre con "Valloggia": tipica traccia di apertura in cui si sentono suoni casuali e che alla fine ci metti il buon umore, facendoci sentire dei tipici muratori (bresciani, a mio avviso) al lavoro, con bestemmione (censurato) finale. La seconda traccia, "Jesus Virus", è quella che ci risucchia nel mondo "Serial Grinder": parte con un riff veloce, un brevissimo semisilenzio, e poi la voce ci introduce, con urlo, a ritmi forsennati e violenti. Citazione obbligatoria anche per "Brixia Chainsaw Massacre" (il cui titolo si ispira, come è ovvio capire, al classico "The Texas Chainsaw Massacre") che visto il titolo ci fa capire le caratteristiche Brutal del gruppo, che traspira anche un lieve orgoglio bresciano (oh, una bella Death Band, orgogliosa della nostra città).
I Cadaveric sanno anche essere simpatici, come detto in precedenza: "Paster of Muppets" ne è la prova; breve traccia in cui la fa da padrona il mitico riff dei Metallica, con voci che intonano a ritmo uno spassosissimo "Oh". "La Vendetta Del Fantasma Serial Grinder" è forse il logo del Death/Grind: traccia corta, una quarantina di secondi, in cui il cantanto è ritmato ed urlato fino al limite delle forze, accompagnato da ritmiche furiose. In "Infection", i nostri, tentano di indirizzarci in un viaggio dalle fattezze psichedeliche, con chitarre in pulito, effetti vari e qualche breve assolletto: ottima idea, ed ottima realizzazione (è noto che le Brutal band, in certi ambiti, non brillano per capacità). Il disco si conclude con "Kings Of Farm", altra divertente citazione (Manowar), in cui una bambina chiede al padre, il tutto in lingua inglese, di raccontarle una storia: tra paperelle, rumori di spade, e quant'altro, alla fine, il padre della bambina, ci regala un altra bestemmia, il tutto raccontato da una voce divertente.
Insomma, non ci sono dubbi. Questo è un gran disco, dal sound unico. Veramente ottimo, e ben fatto (anche nella produzione).
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