Trent'anni di carriera all'attivo, dodici album di studio e due raccolte antologiche: i Calicanto sono il gruppo di punta nella riproposta di musiche popolari della tradizione veneta. Dalle trascrizioni pressoché filologiche di motivi folk, al loro esordio, hanno accolto gradualmente un formato sonoro più moderno senza rinunciare al lavoro di ricerca, recupero e ricostruzione, e alla collaborazione costante con altri musicisti.

Uscito nel 2006, "Isole senza mar" è un album generoso - 15 tracce per oltre un'ora di durata - in buona parte costruito sulla voce di Claudia Ferronato (nel gruppo dal 2001) cui si affianca il leader storico Roberto Tombesi, anch'egli al canto oltre che alla mandola, cetera, organetti e altri strumenti; la tavolozza sonora è completata dagli altri quattro componenti del gruppo alle cornamuse, armonium, clarinetti, ocarine, contrabbasso, percussioni. I testi sono cantati in veneto e in italiano.

Così come variegato è il panorama dei suoni derivati dagli strumenti acustici, altrettanto eclettico è l'impianto dei brani: si va dalla canzone popolare ritmata e coinvolgente ("La pastora e il lupo", che spesso apre i loro concerti dal vivo, "I dodese mesi de l'ano", "Beatriz"), ai cori folk di voci maschili ("Batimarso", "Ciarastela"), alla voce femminile sola che intona ninna nanne ("Spagnolin de monte"), alle danze strumentali ("Primi baci", "Asuivr"), fino a due brani cantati rispettivamente in inglese ("Poem") e spagnolo ("Voaria a Compostela").

Il sottotitolo dell'album, Musica e storie dai Colli Euganei, chiarisce le intenzioni di questo lavoro molto ben riuscito, quello di dare voce alle tradizioni di una terra, ai suoi «sentieri musicali»: radici ben caratterizzate ma offerte nell'ottica della condivisione. Come dimostra il contributo di tanti musicisti ospiti, dal Complesso strumentale di Galzignano Terme ai monaci dell'Abbazia di Praglia appena fuori Padova (ci sono due suggestivi incisi di canto gregoriano nell'album), al gruppo spagnolo Milladoiro.

Visti dal Lido di Venezia, nelle terse giornate d'inverno, i Colli Euganei «sembrano un grumo di isole appuntite» (avverte una voce recitante) senza il mare attorno: è la poetica immagine, un invito alla scoperta, che ci viene da questo album.
 

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