Breve introduzione per chi non conoscesse il gruppo: i Calla sono una band in bilico fra post-rock e slowcore (tralasciando lo scivolone pop di Collisions), dotata di grande personalità e sensibilità, che ha saputo coniugare al meglio le irruenze rumoristiche con momenti di profonda intimità. Per gli amanti dei riferimenti, i Calla sono un gruppo a metà strada fra Mogwai, Low e The Cure, prendendo a prestito dai primi la vena distorta e noise, mentre daglu ultimi due un cantato sommesso di sicuro impatto emotivo.

Ed ora è il momento di parlare del disco in questione: Strength In Numbers. L'album si colloca a metà strada fra il pop del precedente lavoro Collisions e il capolavoro Televise, ballads sospese fra malinconia (Defenses Down) e rabbia (Sanctify), dove si alternano atmosfere soffuse di prevalenza acustica (Sylvia's Song) e canzoni più rockeggianti (Bronson), purtroppo però la vena rumoristica si è quasi completamente estinta, mantenendo solo l'incedere sommesso di Televise. La bravura dei Calla consiste nel saper coniugare con grande perizia le idiosincrasie sonore, dando vita ad un album che profuma d'inverno, si proprio così, la carta vincente del gruppo è il grande impatto emotivo che hanno sull'ascoltatore, guidandolo verso i sentieri della sua melanconia. Pur muovendosi su coordinate molto diverse, i Calla rievocano i The Cure di Disintegration e Faith, la bella voce sommessa del cantante poi fa il resto.

Ma non lasciatevi ingannare dalle citazioni, questo non è l'ennesimo gruppo simil-gothic con faccine impomatate e canzoncine melense tutte lacrime e zucchero. I Calla incarnano alla perfezione lo spirito malinconico e lento dello slowcore, riuscendo a veicolarlo con maestria in forme-canzoni ora rock, ora acustiche, rendendo più accesibile questo genere musicale, impreziosendolo con una spruzzata di sentimento e passione.

Su tutte le canzoni spiccano a mio parere l'opener, decisamente dark-rock Sanctify, la bellissima ballad acustica Rise e l'incantevole A Sure Shot, quest'ultima può essere considerata il manifesto dei nuovi Calla: soffici melodie elettriche che si dipanano in modo delicato e lento, provocando con il loro lento, seppur vorticoso incedere, veri climax emotivi.

Concludendo, la band, seppur lontana dal particolarismo sonoro di Televise, ha mantenuto intatta la propria vena artistica, traducendola in canzoni più classiche ma dotate di grande spessore e sentimento. Un album che consiglio a tutti coloro che amano i Cure, i Low e un certo tipo di musica intimista, che seppur non essendo musica da camera riesce comunque a parlare con voce sommessa dritta al cuore.

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