Il solo superstite dei Camel, A.Latimer, dopo varie peripezie anche economiche, riesce a stabilirsi a Mountain View, CA. Animato da nuovi progetti musicali, riesce a fondare una personale casa discografica (Camel Productions) e a produrre nel 1991 l'ottimo Dust And Dreams. Solo cinque anni dopo esce Harbour Of Tears, opera complessa e piuttosto personale.
Infatti, dopo la morte del padre, avvenuta nel 1993, Latimer decise di effettuare una ricerca genealogica estenuante e costosa. Con la scoperta delle sue origini irlandesi, probabilmente decise di sviluppare questo concept-album. La storia si svolge nel 1845 e narra le vicissitudini di molte famiglie costrette ad abbandonare le proprie radici per trovare fortuna in nuovi continenti. Sul retro della confezione del CD si trova una nota che spiega esaurientemente il significato del titolo dell'album. "Cobh Harbour is a beautiful deep-water port in County Cork, Ireland. It was the last sight of Ireland for hundreds upon thousands of fractured families who departed her shores for fates unknow. They called it the Harbours of Tears".
Oltre a Latimer in questo disco compaiono altri dieci musicisti. Colin.Bass (basso), M.Simmonds (tastiere), D.Paton (bass, vocals), M.Mckenna (a capella vocal), J.Xepoleas (drums), N.Panton (oboe, soprano sax, harmonium), J.Burton (french horn), B.Phillips (cello), K.Bentley e A.Stoneham (violino). Si parte con la delicata "Irish Air" con una bella voce eterea di M.McKenna, con ripresa strumentale di Andy. "Harbour Of Tears" cantata da Andrew con immancabile e malinconico solo di chitarra. "Send Home The Slates" brano cantato e assolo di chitarra dalle sonorità limpide e allungate. "Under The Moon", uno dei brani che mi commuove sempre in modo particolare, nonostante sia un semplice solo di chitarra. "Watching The Bobbins", brano cantato parzialmente rock con inizio cadenzato e con un lungo assolo finale. "Eye Of Ireland" ballad acustica piuttosto orecchiabile. "Running From Paradise" brano gioioso con flauto di Latimer in evidenza. Con "Coming Of Age" Andy mette in mostra le sue capacità artistiche. Il brano comincia con veloce inserto deciso di violini seguito da un efficacissimo assolo di chitarra. Pezzo abbastanza complesso ed articolato. Si conclude con "The Hour Candle (A song for my father)". Apparentemente inizia come una "nenia", per poi sfociare in un assolo folgorante di chitarra di impostazione sostanzialmente blues. L'assolo è caratterizzato da un elevato tasso di saturazione dell'amplificatore in modo da creare un notevole impatto malinconico. Il brano si conclude ricollegandosi all'inizio del disco, con la stessa voce di M.McKenna. Devo aggiungere anche che la traccia non finisce qui ma prosegue per altri sedici minuti con il suono del rifrangersi delle onde del mare. Bellissimo brano, indubbiamente un piccolo gioiello.
Perciò non aspettatevi in questo disco sperimentazioni musicali, o composizioni con intricati virtuosismi strumentali. Attendetevi un disco eccellente carico di emozioni sincere, con un "CameLatimer" (soprannominato simpaticamente così da me) come sempre in ottima forma. Un disco ingiustamente dimenticato...
PS: "This album is dedicated to Pan who waited as long as she could..."
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