Prima Traccia, singolo perfetto: l'organo dà il via ad una enorme sfera fatta di pop di grandissima classe che comincia a rotolarci addosso ed ha la voce dolce di TracyAnne Campbell che canta "Hey Lloyd, I'm ready to be heartbroken!" e noi glielo spacchiamo sto cuore, altrimenti sarà lei a rompercelo, mentre i violini, i fiati, il riff ficcante di chitarra e quella batteria quadrata ci portano via...
Per capire come sia stata creata tale alchimia abbiamo bisogno di diversi elementi. Prendete una città, Glasgow. Come dite? 'Belle & Sebastian' ? No non c'entrano proprio nulla, a parte quella tensione "bucolica" dei primi lavori. Spingete l'acceleratore sul pop al limite del baratro del kitsch, fermi sulla punta dei piedi. Aggiungete i Sixties più acid pop e radiofonici, un po' di Dusty Springfield, una punta di Ennio Morricone e Bacharach, tanto Phil Spector. Condensate in pezzi di non più di 3 minuti. Servite il tutto accompagnato da un Martini, mentre guardate per l'ennesima volta uno dei vari film di Austin Powers.
Indubbiamente una miscela complessa, in cui gli equilibri sono delicatissimi e sbagliare è davvero facile. Ma quando ci prendono, prendono al cuore! Come non restare incantati da una ballata come "Country Mile"? Parte chitarra e voce, poi entrano i violini e l'aria si fa rarefatta e tu vedi quella dannata brughiera, vedi la foschia che si sfilaccia dalle montagne, la vedi! Sostanzialmente è un disco fatto di ballate mid/down-tempo cantate con tono imbronciato ed un po' svogliato, con arrangiamenti molto ricchi, ma essendo pop mai troppo articolati.
Il suono è sempre arricchito di organo hammond, fiati, fisarmonica, archi, tutti contemporaneamente in ogni pezzo, cosa che spesso appesantisce il suono, che si satura di elementi. In alcuni episodi (vedi "Tears For Affairs" o "If Looks Could Kill") pare di essere stati catapultati 30 anni indietro nel tempo: una atmosfera retrò talmente convincente da rendere quasi impossibile distinguere gli originali dalla copia.
E questo è anche il limite maggiore di questa musica: talmente focalizzata su un modello, da diventare uno stucchevole esercizio di stile, nonostante alcune idee molto interessanti escano fuori (la title track "Let's Get Out Of This Country" e la conclusiva "Razzle Dazzle Rose", la già citata "Hey Lloyd, I'm Ready To Be Heartbroken"). Consigliato un "preascolto" ed un contestuale ripescaggio dei lavori precedenti, che sono più nel solco dei Belle & Sebastian, con arrangiamenti meno barocchi ed una generale sensazione di leggerezza.
Prima di chiudere vi consiglio caldamente di scaricare il video di "Hey LLoyd, I'm Ready To Be Heartbroken" dal loro sito: mai visto qualcosa di più retro-fetish anni '60.
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