Mare, mare, mare, il rumore del mare, del mare, del mare; vago senza meta non so dove andare.
Mare, mare, mare, il rumore del mare, del mare, del mare; i bimbi a riva con gioia a giocare.
Mare, mare, mare, il rumore del mare, del mare, del mare; gente felice ma chi mi sta ad ascoltare?
Mare, rumore, rumore, mare; i miei tormenti non ti so raccontare.
Mare, rumore, rumore, mare; la mia solitudine ti può interessare?
Mare, mare, rumore, rumore; i Can da ascoltare per ore ed ore.
Gran gruppo fautore di musica sperimentale, elettronica, psichedelica, ambient di stampo "spaziale". Coacervo di suoni ed atmosfere ipnotiche, refrain ripetuti fino allo sfinimento dalla voce "androgina" del non cantante per eccellenza Damo Suzuki.
Trentaquattro pazzeschi minuti per un disco epocale composto da 4 perle di rara bellezza.
Spiegare a parole un lavoro del genere è impossibile (ho umilmente provato a "descrivere" metriche e motivi ricorrenti di alcuni testi di Future Days e dell' altro capolavoro Tago Mago nella prima metà della recensione).
Classe commista ad alcuni momenti di genio. Niente di preimpostato, musica suonata con l'anima da ottimi musicisti coadiuvati da un eccellente tecnico del suono. Altro aspetto caratteristico della band è certamente una sezione ritmica sensazionale.
E' quasi miracoloso come nei primi anni 70 riuscissero ad ottenere simili livelli di qualità acustica (quella musicale di certo non mancava).
Provate ad ascoltare questo disco ad occhi chiusi in una stanza buia e vedrete la luce!
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