“Tagomago è un’isoletta davvero minuta: lunga poco più di un chilometro circa e larga 113 metri, non ospita strutture architettoniche o altro. In altre parole, a Tagomago troverai la perfetta realizzazione dei tuoi desideri!”

Questa descrizione, presa da un sito sulle baleari, va molto vicino, secondo me, all’essenza del disco.

Sorvoliamo sulla presenza svelata della figura di Aleister Crowley che é stato uno studente di esoterismo legato ai servizi segreti britannici e quando abbiamo a che fare con degli studenti di esoterismo, mai con degli esoteristi veri, finisce che questi magari carpiscono qualche tecnica, qualche segretuccio, che poi utilizzano appunto per plagiare promettendo superpoteri, ricchezza e vendendo salvezze varie. Il vero esoterista è immune a tutto questo perchè non vende niente e vi dirà che tanto non potete fare niente, è salito sulla montagna ed ha visto qual’è la realtà, l’unica cosa che si arriva a fare è quella di arrendersi a queste verità e quindi si inizia a vivere la vita per come va vissuta ovvero da spettatore. E non è questa una condizione buona e giusta per avvicinarsi all’ascolto di questo TagoMago partorito dai fantomatici CAN?

Impersonale, fantasmagorico, è un lavoro cosciente, equilibrato che ha il dono della libertà perche e un lavoro che produce i suoi frutti non per se ma per gli altri e in questa opera il lavoro dell’individuo diventa un lavoro d’equipe dove non esiste colui che emerge sull’altro ed abbiamo così un’armonia, tutti intonati insieme senza un sovraccarico di una nota rispetto alle altre.

“Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge”, scomodiamo ancora Aleister Crowley ma i CAN effettivamente fanno ciò che vogliono: non è libero colui che in realtà fa quello che gli pare ma è libero colui che riesce ad avere una piena gestione di se stesso e che non ha legami che lo costringono e lo condizionano. L’entità CAN ci mette di fronte ad una realtà interiore nella quale non esistono tradizioni, non esistono passati, esiste solo un eterno presente ed una proiezione tuttalpiù nel futuro attraverso il lavoro del presente, in qualche modo potremo dire che TagoMago è un lavoro di una musica che non esiste rivelata per assurdo con gli strumenti classici del rock (chitarra, basso, batteria, tastiere, voce). Questo non sta che a confermare la natura evoluta del gruppo che non si chiude nel suo empireo e rimane comunque attaccata alla realtà pur consapevole della sua forza rispettando la massima fondamentale di Ermete Trismegisto: “Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso...”, sempre per restare nell’ambito esoterico e comunque per forza di cose restando epigoni di loro stessi e perciò unici e irripetibili, specialmente in questa opera. In questa mia sintesi vorrei concentrarmi sulle strutture profonde dell’opera come già esposte qui sopra e non aggrapparmi alla descrizione dei singoli pezzi e qui mi viene in aiuto la memoria quando nel 1989 registrai per un caro amico su di una musicassetta una compilation dei CAN con brani dai primi lavori e con una massiccia presenza di brani da TagoMago (praticamente tutto il primo disco), dopo qualche giorno il mio amico mi telefona dicendomi che la domenica ritornava in macchina dal mare insieme ad altri tre nostri amici e che aveva messo la cassetta dei CAN che gli avevo fatto, insomma, per farla breve, mi dice che dopo dieci minuti che ascoltavano un pezzo, che poi ho capito che era Halleluwah, tutti all’unisono improvvisamente si erano messi a gridare, e che poi stavano bene, erano felici, insomma gli era arrivata la botta nel provare un pezzettino di gioia impersonale stimolata dall’ascolto mantrico e ipnotico di quel gran pezzo che è Halleluwah e tutto questo ben di Dio senza nessuna assunzione di sostanze improprie ed è una mini estasi che ho provato anche io varie volte. E’ per questo che confesso candidamente di essere spudoratamente di parte, ma la mia soggettività rispetto a TagoMago è talmente veloce che si tramuta in un elogio esoterico dunque, spero , oggettivo. E se fossi costretto a scegliere di portare un unico disco nella classica isola deserta, non a caso c’è sempre un’isola, una montagna (sacra) o un deserto di mezzo, non esiterei alcun istante a prendere TagoMago. La natura ermetica del disco non deve fare paura a chi gli si avvicina, perdete il confine, annegate nel tutto, cogliete l’essenza, non arrendetevi al primo ostacolo, l’accettazione della sofferenza cosciente e lo sforzo di comprensione commuta il dolore in gioia, da giovane Aumgn e Peking O li saltavo sempre, non li volevo affrontare perchè non li capivo, la visione egoica mi limitava. Adesso non posso fare a meno di ascoltarli, TagoMago è unità imprescindibile. L’ apparizione di TagoMago segna un punto di non ritorno, il nostro apprendista stregone Crowley disse sul punto di morte: “Sono perplesso”.

Nel caso di TagoMago noi non siamo perplessi per niente.

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