Poiché "CapaRezza è convinto che anche un cretino può recensirlo in internet, lui compreso", mi accingo a farlo.
Inizia bene il secondo lavoro di Caparezza: "Il Secondo Secondo Me" è una buona canzone rap (non dico hip hop per non offendere i b-boys fieri, anche se "rap" è una parola che fa venire i brividi lungo la schiena per quanto se ne è abusato) che rivela da subito i pregi di quest'artista. Essi sono la grande fantasia nelle rime, una velocità pazzesca di esecuzione (predilige spesso le rime in extrabeat), sguardo critico e corrosivo sulla realtà italiana.
L'inizio è davvero promettente, poi, proseguendo nell'ascolto, iniziano a sentirsi alcune stonature, in particolare nelle produzioni: scratches quasi totalmente assenti (il che non è necessariamente un problema, dipende dai gusti), basi all'insegna di una contaminazione che in alcuni brani diventa realmente eccessiva.
Uno dei pezzi migliori del lavoro è "Stanco E Sbronzo" per la scelta di utilizzare in modo interessante un campionamento di fisarmonica, ma non convince molto la decisione, in numerosi altri brani, di cambiare base per il solo chorus, utilizzando un giro suonato simil-hard-rock sul quale cantare sopra. L'effetto ottenuto è quello di fare perdere purezza ed unità al suono dei singoli brani, facendo sembrare il chorus un po' "appiccicato" (la cosa succede nel finale di "Limiti", poi in "Vengo Dalla Luna", "Dagli All'Untore", "Dualismi", "Nel Paese Dei Balordi"). Certi brani, in sostanza, finiscono per sembrare disomogenei, composti, come Frankenstein, di parti provenienti da canzoni differenti, appiccicate poi alla meglio l'una all'altra.
Anche i testi dopo un po' cambiano; pur restando invariata la capacità funambolica di Caparezza di intrecciare le sue rime (è un vero piacere ascoltare il suo inarrestabile flow) in alcuni pezzi si verificano delle vere e proprie cadute di stile, per quanto riguarda i contenuti. Meglio chiarire da subito: per le indubbie capacità e per certi contenuti del lavoro Caparezza potrebbe essere considerato l'equivalente nostrano di Eminem (senza scherzi, è bravo sul serio). Tuttavia è preferibile nei pezzi in cui guarda senza illusione alla realtà sociale italiana (ad esempio "L'Età Dei Figuranti") o a quella musicale ("La Legge Dell'Ortica") piuttosto che quando si dà al puro cazzeggio, scadendo nel cattivo gusto (la "liberalizzazione della fica", ad esempio, è un concetto che, volgarità gratuita a parte, suona pericolosamente troppo Articolo 31).
Sostanzialmente in Caparezza convivono due anime: quella di implacabile censore dei vizi della società contemporanea (per nulla serioso, sia chiaro) e quella di "cazzaro" tout-court (per sua stessa ammissione: v. "Iodellavitanonhocapitouncazzo"). Fra le due anime è la prima quella che raggiunge i risultati più apprezzabili ed è quella che, fortunatamente, prevale nel lavoro. Ma rimane l'altra che purtroppo, certe volte, soverchia la prima. E il risultato non è, in tali casi, degno di nota.
In sintesi: flow intrigante, contenuti a volte un po' meno, produzioni che ogni tanto fanno anche storcere il naso.
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