È un po’ inusuale per me recensire un album di questo genere ma, dato il soggetto e i contenuti, mi sento in obbligo di farlo. Fatto n°1: non si offendano i cultori del genere se provo a recensire qualcosa che va al di fuori del mio standard. Fatto n°2: questo album è un concentrato di verità nuda e cruda: il capa dice solo cose vere che possono anche dar fastidio, ma questa è la realtà e lui non se la sente di dire bugie. Allora ecco che ci sbatte in faccia liriche veritiere in modo ironico accompagnate da un ritmo irresistibile!
L’album si apre con “Il Secondo Secondo Me” dove il nostro ci fa una ramanzina sulla retorica e sulla falsità, così come il mega tormentone “Fuori Dal Tunnel” dove si lamenta della moda, della tv spazzatura, dell’essere cool, della monotonia e di tutto ciò che porta inevitabilmente a uscire dal tunnel del divertimento. Affronta anche temi molto seri come la violenza subita dai figli da parte di un padre ubriacone in “Nel Paese Dei Balordi”. Ogni traccia diciamo che è una lente d’ingrandimento sulle malattie della società di oggi; ad esempio si parla dei figuranti, dei programmi spazzatura, dei vari Costantini che si vedono in tv in “L’Età Dei Figuranti” dove il capa dice “loro saranno famosi, noi saremo frustati”, oppure nel ritornello: “nella vita vince chi figura, possiamo farlo tutti quanti, benvenuti nell’età dei figuranti”e cavolo come ha ragione! “Stanco e sbronzo” divertentissimo pezzo basato sulla passione per il buon vino e descrizione perfetta della sbornia.
Musicalmente è ben assortito di campionamenti e strumenti, si possono anche ascoltare chitarre distorte, batteria potente nel ritornello di “Dualismi” oppure in “Vengo Dalla Luna” l’ultimo singolo estratto dall’album che descrive come ci si sente a essere diversi dal “mucchio”. Se Caparezza continuerà cosi non avrà di che preoccuparsi: lui è diverso dal “mucchio” e possiamo soltanto essere contenti di avere in Italia qualcuno che va contro corrente.
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