Sarò breve: Resident Evil Rebirth, remake dell'originale titolo uscito per Playstation uscito per Nintendo GameCube nell'ormai lontano 2002, è senza dubbio, un capolavoro. Chiunque abbia giocato come me al primo titolo e si sia di conseguenza appassionato all'intera saga (credo di essere tra i pochi che ha apprezzato anche gli ultimi episodi) non può non convenire che questo gioco, pur essendo un remake, sia davvero un gran titolo.
Remake fino ad un certo punto, perchè lo stesso Mikami affermò che la versione Nintendo era differente al 70% dall'originale, con migliorie non solo grafiche, come è ovvio che sia, ma dal punto di vista del gameplay, delle ambientazioni, dei filmati e degli extra. Per il resto, rimane lo stesso, identico, superbo gioco: la storia, l'ambientazione, le musiche, tutto è esattamente uguale, ritoccato all'ennesima potenza al servizio del videogiocatore, che se avrà già giocato al titolo omonimo uscito ormai ben 14 anni fa, non potrà trattenere le lacrime di commozione. Tutto ciò ovviamente se si toglie il fatto che si avranno in dotazione oggetti di difesa extra (come coltelli) e sarà possibile effettuare una girata a 180° come successo dopo l'avvento di Resident Evil 3, ma tutto ciò non semplifica affatto la vita al giocatore, perchè la difficoltà media, già di per sè elevata, qui aumenta vertiginosamente: i cadaveri potranno tornare in vita in una forma più resistente e vorace di prima se non si trova il modo di bruciarli (e le scorte di cherosene saranno assai limitate) o di fargli esplodere la testa, cosa che per esempio è stata eliminata nel prequel Resident Evil 0, come mai non si sa, perchè se l'obiettivo degli sviluppatori era far aumentare la tensione, beh, il trucco funziona da paura.
Paura, infatti, è questo che si respira durante tutta la durata del gioco, mista ad un senso di alienazione e di nostalgia che ci riporta ai primi incontri con questo gioco, quando i nemici erano ancora un ammasso di pixel sbiaditi. Avendo a disposizione i soliti 2 personaggi giocabili, i venerandi Jill Valentine e Chris Redfield, si potranno scegliere all'inizio poche modalità di gioco (facile o normale), che però avranno corsi differenti rispetto al personaggio scelto: Jill ha 2 spazi in più nell'inventario ma è più debole agli attacchi, mentre Chris esattamente viceversa, per fare un esempio. Finito il gioco, e qui arriva il bello, si sbloccheranno numerose modalità extra, oltre ai consueti vestiti alternativi, che renderanno l'avventura assai gustosa; una su tutte, la cosiddetta "Real Survival". In che consiste, direte voi? Beh, semplicemente, la modalità è settata su difficile ma i bauli non sono comunicanti ed i nemici sono assai più resistenti del solito; l'altra invece, "Invisible Monsters", consiste semplicemente nell'impossibilità di vedere i nemici, boss compresi (che saranno comunque sempre negli stessi posti originali), cosa che non rende affatto semplice la traversata; mentre l'ultima possibile, ossia "A dangerous Zombie" trattasi del gioco classico con un aggiunta gustosissima, per così dire, ossia una versione potentissima dello zombie di un agente defunto pieno di tritolo che farà esplodere l'intera villa se riceverà anche un fendente di coltello.
In soldoni, completare il gioco al 100% (cosa che vi consiglio assolutamente di fare, visto che comparirà un messaggio personale di ringraziamento scritto proprio da Mikami!) è un'impresa ardua ma divertente e stimolante, che renderà questo gioco ancor più longevo, nonostante l'avventura duri abbastanza poco, come quasi tutti i Resident Evil. C'è altro da dire? Se avete voglia di un po' di retrogaming, procuratevi un GC e giocate a questo titolo, assolutamente una Killer Application dell'epoca, e se avete a maggior ragione giocato all'originale e volete riassaporare le stesse emozioni che avete provato ai tempi, comportatevi di conseguenza, perchè da appassionato, considero Resident Evil Rebirth il miglior capitolo della saga assieme all'indimenticabile Resident Evil 2, uno dei sequel migliori della storia dei videogiochi. E non è poco, essendo "soltanto" un remake.
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